Via Gaetano Bresci (anarchico regicida)

Ieri, 29 luglio, era l’anniversario dell’attentato compiuto da Gaetano Bresci, l’anarchico che nel 1900 uccise il re d’Italia Umberto I.

Rientrando da una serata al cinema (pessimo film: Paz) ho accompagnato a casa alcuni amici e abbiamo notato che in Corso Vittorio Emanuele erano stati affissi alcuni cartelli commemorativi. A dire il vero, non erano proprio commemorativi. Riproducevano semplicemente i cartelli stradali, quelli che indicano le vie.

C’era scritto semplicemente:

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 |                  V I A                    |
 |      G A E T A N O   B R E S C I          |
 |                                           |
 |          (anarchico regicida)             |
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Non so quando sono stati affissi, ma erano gia’ quasi tutti strappati e non so quante persone sono riuscite a vederli.

In Italia e’ pieno di vie intitolate a Bava Beccaris (generale che sparo’ tra la folla causando circa 100 morti e 500 feriti) e a Umberto I (che lo decoro’).

Invece non ce n’e’ neppure una intitolata a Bresci…

Tutti in piazza

Oggi, manifestazione! Evviva evviva. Era un po’ che non partecipavo ad una bella manifestazione. Ho incontrato un mucchio di gente che era un po’ che non vedevo. E poi Massimo Mezzetti. Sono stato anni senza vederlo e adesso lo incontro più volte al giorno… C’era anche Giancarlo Montorsi, che mi ha presentato un suo amico (Enrico) che potrebbe venire a vendere. Ci incontreremo nei prossimi giorni. Un giro in libreria (guide per la Sicilia, of course) e poi un panino da Schiavoni.

Il pomeriggio al lavoro! Basta scioperare (che poi per me e’ una situazione un po’ strana).

Stasera al cinema con Leo, dovremmo andare a vedere “Parla con lei” di Almodovar.

Sulla gazzetta di Modena c’era un bell’articolo che parlava della Pet Terapy, quella fatta da Daniela Grenzi. Sembra che vada alla grande. Mi fa proprio piacere.

Notizie Varie

Da “Il manifesto di oggi”. Il ministro Lunardi, di fronte agli ottanta morti sulle strade in un solo fine settimana, dice di aver alzato i limiti di velocità per costringere gli automobilisti a stare più attenti. Meglio morti che distratti. (Jena)

Altre notizie divertenti (si fa per dire). Previti, imputato per corruzione in atti giudiziari, vuole l’elenco dei giudici iscritti a Magistratura Democratica. E al rifiuto, insiste. Mah, chissa’ cosa si prefigge. I giudici definiscono la richiesta “assurda e preoccupante”.

Su Repubblica c’era una pubblicità di “Editori Riuniti”. C’e’ un libro che sembra interessante. Si intitola “La favola dell’AUDITEL”, di Roberta Grisotti, costo 13 €. Tenere presente per VivaModena.

Questa sera cercherò di andare a Carpi con la Silvia. Nel cortile del castello Ugo Cornia che leggerà (credo proprio lui, comunque e’ lui che organizza) delle cose sui campi di concentramento. Durera’ un’oretta. Una lettura di Primo Levi, poi un’altra di un tizio che e’ stato in un Gulag per 20anni e forse una lettura anche di Cavazzoni che dovrebbe far ridere.

(dopo l’ascolto) In effetti la cosa e’ stata interessante. Ugo ha selezionato dei brani che, pure raccontando eventi drammatici, riuscivano anche a far sorridere. Mi ha fatto venir voglia di rileggere Primo Levi (magari coi bimbi) e anche di scoprire quel russo. Certo che le sue memorie di 20 anni di Gulag sono un malloppo di 1.400 pagine….

Riempitivo da fine settimana

Descrizione del fine settimana, giusto per movimentare il blog.

Venerdi’ sono andato al mare. Ci ho messo un po’. Per il traffico e perche’ ho dato un passaggio ad un marocchino che era appena stato buttato fuori di casa. Il padrone aveva autorizzato solo tre persone, ma per dividere le spese ci stavano in sei. Venerdi’ sera e’ arrivata la polizia e li ha fatti sgomberare, e ‘sto povero cristo, alle 22.30 faceva autostop per andare a Castelnuovo a dormire da alcuni amici.

Sabato, giornata in spiaggia a Tagliata. Per pranzo sono arrivati anche Paolo e Claudia con il mio nipotino: Federico che ha dormito come gli capita raramente di fare. Verso sera siamo andati tutti a Venezia a prendere Michela che arrivava dalla Spagna. Un po’ di traffico lungo il tragitto e un gran temporale all’arrivo. Eravamo mezz’ora in ritardo, ma anche l’aereo di Miki e’ arrivato tardi cosi’ nessuno ha aspettato. Poi siamo andati a Belluno a dormire da papa’.

Domenica siamo andati dalla mamma. C’era anche la zia Lidia con la bimba russa che si fermera’ un mese a casa sua. C’erano anche la zia Elvira e Vasco. Abbiamo mangiato in cortile, sotto il cedro. Era la prima volta ed era proprio piacevole. Mi sono rimpinzato di strudel e questa mattina mi sono pesato: un kilo di piu’ rispetto a venerdi’ mattina. Se vado avanti cosi’ mi viene una panza da omino Michelin. Forse ce l’ho gia’…

Questa mattina, mentre rientravamo da Tagliata, ho sentito alla radio che e’ morto Pietro Valpreda. Mi dispiace. Gliene avevano fatte patire di cotte e di crude, con la storia di Piazza Fontana. E’ stata un’esperienza che gli ha senz’altro rovinato la vita, una di quelle situazioni kafkiane in cui nessuno vorrebbe mai trovarsi. Aveva un certo stile pero’… Il suo bar (perche’ aveva aperto un bar) era intitolato ai moti repressi nel sangue da Bava Beccaris, il figlio si chiamava Tupac. Negli ultimi anni aveva cominciato a scrivere dei gialli, insieme a Pietro Colaprico. Ne ho letto uno e non era male. Anche se segnato dall’esperienza carceraria e dal liciaggio mediatico, quando ha avuto modo comunque di migliorare un po’ il mondo, lo ha fatto. Bravo Pietro.

Investimenti nel lungo periodo

Il 27 giugno (chissà perché lo scrivo solo oggi) il Manifesto aveva un grand bel titolo: la balla speculativa. Proprio così: bAlla con la A, non con la O.

Era appena esploso il caso Worldcom. Ancora una volta sotto accusa i controllori della Arthur Andersen (che adesso si chiama Accenture, ma nessuno lo scrive, tutti usano il vecchio nome. Cosi’ qualche distratto rimarra’ fregato ancora, mah…).

L’editoriale – scritto da Galapagos  (che parlava di investimenti azionari e aveva un titolo provocatorio: Borseggio) – riportava una frase molto significativa, che tutti coloro che vogliono “giocare” in borsa dovrebbero tenere bene in mente. Eccola:

Gli investimenti azionari vanno misurati nel lungo periodo, ci spiegano.
In realtà, spiegava Keynes, nel lungo periodo saremo tutti morti.

Ricordiamocene la prossima volta che qualcuno ci decanta i vantaggi dell’investimento in borsa.