Quanti sono gli italiani favorevoli alla guerra in ucraina?

Italiani contrari all’invio di soldati

Un paio di giorni fa il sondaggio di Euromedia Research evidenziava che ben il 59,5% di italiani erano contrari al nostro intervento militare diretto nella guerra in Ucraina.

Questa fortissima maggioranza di contrari era seguita da un 18,1% di “non sa / non risponde”. Nel sondaggio Euromedia solo 2 su 10 si dichiaravano a favore di un nostro coinvolgimento diretto in questa guerra.

Italiani contrari anche all’invio di armi

Rimaneva il dubbio: un conto è l’intervento diretto, ma cosa ne pensano gli italiani dell’invio di armi?

A questa domanda ha risposto un’altro sondaggio organizzato questa volta da Termometro Politico, che ha chiesto esplicitamente: “è a favore della spedizione di armi all’esercito ucraino decisa dal governo?”
Ebbene, anche in questo caso la maggioranza delle risposte, 55,3%, si è dichiarata contraria alla decisione del governo, mentre a favore si sono espressi il 42,3% degli intervistati. Tra i contrari c’è addirittura un 18% contrario anche alle sanzioni.



Insomma, sembra proprio che al momento gli italiani non siano molto favorevoli alla guerra. Il che, tutto sommato non dovrebbe sorprendere. È normale che in caso di guerra la popolazione civile sia tendenzialmente più pacifista dei signori della guerra. Chi vende le armi ci guadagna, mentre la popolazione civile ci rimette più di chi è pronto a proclamare “armatevi e partite”.

Mi sa che i media dovranno lavorare molto di più per riuscire a manipolare l’opinione pubblica per farle cambiare idea in direzione guerrafondaia.


Quali sono le armi “non letali” che invieremo all’Ucraina?

Ce lo dicono diversi giornali. Tra questi il Corriere della Sera, dove troviamo un articolo ricco di dettagli e anche un’immagine che chiarisce in un istante che quando si parla di armi non letali non stiamo parlando solo di giubbotti antiproiettile o caschi in kevlar.

Oltre alle armi, leggendo un altro articolo del Corriere, vediamo che comunque abbiamo già 240 soldati schierati in Lettonia, velivoli in Romania e messo a disposizione della Nato altri 3400 militari.

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