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Riempitivo da fine settimana

Descrizione del fine settimana, giusto per movimentare il blog.

Venerdi’ sono andato al mare. Ci ho messo un po’. Per il traffico e perche’ ho dato un passaggio ad un marocchino che era appena stato buttato fuori di casa. Il padrone aveva autorizzato solo tre persone, ma per dividere le spese ci stavano in sei. Venerdi’ sera e’ arrivata la polizia e li ha fatti sgomberare, e ‘sto povero cristo, alle 22.30 faceva autostop per andare a Castelnuovo a dormire da alcuni amici.

Sabato, giornata in spiaggia a Tagliata. Per pranzo sono arrivati anche Paolo e Claudia con il mio nipotino: Federico che ha dormito come gli capita raramente di fare. Verso sera siamo andati tutti a Venezia a prendere Michela che arrivava dalla Spagna. Un po’ di traffico lungo il tragitto e un gran temporale all’arrivo. Eravamo mezz’ora in ritardo, ma anche l’aereo di Miki e’ arrivato tardi cosi’ nessuno ha aspettato. Poi siamo andati a Belluno a dormire da papa’.

Domenica siamo andati dalla mamma. C’era anche la zia Lidia con la bimba russa che si fermera’ un mese a casa sua. C’erano anche la zia Elvira e Vasco. Abbiamo mangiato in cortile, sotto il cedro. Era la prima volta ed era proprio piacevole. Mi sono rimpinzato di strudel e questa mattina mi sono pesato: un kilo di piu’ rispetto a venerdi’ mattina. Se vado avanti cosi’ mi viene una panza da omino Michelin. Forse ce l’ho gia’…

Questa mattina, mentre rientravamo da Tagliata, ho sentito alla radio che e’ morto Pietro Valpreda. Mi dispiace. Gliene avevano fatte patire di cotte e di crude, con la storia di Piazza Fontana. E’ stata un’esperienza che gli ha senz’altro rovinato la vita, una di quelle situazioni kafkiane in cui nessuno vorrebbe mai trovarsi. Aveva un certo stile pero’… Il suo bar (perche’ aveva aperto un bar) era intitolato ai moti repressi nel sangue da Bava Beccaris, il figlio si chiamava Tupac. Negli ultimi anni aveva cominciato a scrivere dei gialli, insieme a Pietro Colaprico. Ne ho letto uno e non era male. Anche se segnato dall’esperienza carceraria e dal liciaggio mediatico, quando ha avuto modo comunque di migliorare un po’ il mondo, lo ha fatto. Bravo Pietro.