Addio Beat, amico mio

Da qualche tempo non vedevo più apparire nella timeline di Facebook i suoi post e avevo anche avuto la sensazione che non mettesse più le sue reaction ai quelli miei. Sarà in viaggio, ho pensato. Forse in questo periodo è in Svizzera preso da mille impegni. Sto davvero scrivendo sciocchezze. Magari sta facendo visita a qualcuno dei suoi innumerevoli amici che ha sparsi un po’ dappertutto. Ho pensato anche che l’algoritmo di Facebook mi stesse facendo qualche brutto scherzo e che per questo non ricevessi più segnali di Beat Borter.

Ma mi ero un po’ stufato di questa assenza un po’ troppo lunga. Così oggi sono andato a cercare il suo profilo per capire cosa non funzionasse. Quando ho visto che il profilo non c’era più mi è venuto un brivido. Ho cercato, cercato e ancora cercato e mi si sono velati presto gli occhi. Era lontanissimo da me il pensiero che il mio amico Beat Borter ai primi di giugno se ne fosse andato per sempre.

Non ci pensavo proprio non soltanto perché come tutti vorrei che le persone care vivessero per sempre, ma perché per me Beat anche se fisicamente lontano, era sempre presente. Non so come spiegare. L’avevo conosciuto che avevo poco più di 20 anni, tramite mia sorella che mi aveva trascinato a casa sua a Biel in svizzera, per farmelo conoscere. Da allora era stato una presenza non frequente ma costante nella mia vita.

Di tanto in tanto ci sentivamo o ci incontravamo (veniva più lui in Italia di quanto io non andassi in Svizzera) ma, anche se non ci si vedeva frequentemente, era spesso nei miei pensieri. Quando una lettura, una conversazione o una musica richiamava la Svizzera, il pacifismo, Cuba, i cineforum e i documentari, Gaber e tanti altri concetti di cui avevamo parlato insieme, compariva quasi per magia Beat nitido nella mia mente, che commentava, diceva la sua, che mi dava il suo punto di vista.

Era una gioia quano riuscivamo a incontrarci anche di persona. Col suo sorriso, la sua intelligenza e la sua gentilezza. L’ultima volta nel 2008 (quella di copertina è una foto di quella sua ultima visita). Ogni volta aveva qualche bella cosa da raccontarmi. Aveva scoperto un nuovo musicista, aveva trovato l’amore, aveva avuto dei figli, aveva mollato l’Europa per vivere a Cuba… aveva trovato un luogo bellisimo da visitare assolutamente. Da quando si era trasferito a Cuba rinnovava ogni volta i suoi inviti ad andare a trovarlo, ma avevo sempre colpevolmente rimandato.

MI vengono in mente tutte le volte che è siamo stati insieme. Forse perché erano visite diradate, erano tutte speciali e ce le ho tutte molto nitide. Le serate passate ad ascoltare musica, il bagno notturno nei laghetti in Svizzera, le feste con la musica popolare suonata dai suoi amici, la tarantella col flauto dolce, le escursioni nelle alpi svizzere o sulle montagne bellunesi, le visite a Modena e molti altri istanti pieni ed emozionanti.

Mi mancherà tantissimo, ma sono certo di aver ben salda in me la sua amicizia e che la sua presenza continuerà per sempre farsi viva ben nitida nei miei pensieri.

Addio Beat, amico mio.

Beat Borter
Beat Borter

Il trailer del documentario di Beat Borter “Yo sé de un lugar

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