Il parco degli orsi danzanti in Bulgaria

Una delle cose più interessanti che abbiamo visto nella nostra recente vacanza in Bulgaria è stato il Parco degli orsi Danzanti o “Santuario degli ex Orsi Ballerini di Belitsa“.

Il miglior piano è non avere un piano

Come ci capita da divesi anni a questa parte la nostra vacanza è stata abbastanza improvvisata. Per improvvisata intendo che sabato pomeriggio abbiamo preso la decisione di visitare la Bulgaria. Poi al volo abbiamo comprato due guide turistiche mentre la libreria chiudeva, abbiamo preparato e caricato i bagagli e siamo partiti in auto per due settimane. Quando si parte così, senza avere una meta ben precisa e senza alcun itinerario fissato, beh, vien sempre da pensare di aver fatto una cazzata. Ma una sera, durante la vacanza, mi sono ritrovato ad ascoltare (eh sì, solo ad ascoltare, le immagini non si vedevano) il trailer di Parasite il film di Bong Joon Ho e nel trailer ho sentito “The best plan is to have no plan, because the plan never follows what I mean, or don’t plan it, don’t expect it to happen naturally. When things are out of control, there’s nothing to worry about.”

“Il miglior piano è non avere un piano, perché il piano non segue mai quello che intendo, o non lo pianifica, non aspettarti che accada in modo naturale. Quando le cose sono fuori controllo, non c’è nulla di cui preoccuparsi”
(dal trailer Parasite, di Bong Joon Ho)

Beh, mi è sembrato che spiegasse molto bene per quale motivo la nostra vacanza stava soddisfacendo alla perfezione le aspettative che non avevamo. Tra le cose non pianificate che abbiamo visto c’è stato proprio il Santuario degli ex-orsi danzanti di Belitsa

Da Bansko a Plovdiv

La piazza principale di Bansko

Avevamo dormito a Bansko, una bella cittadina nella quale abbiamo fatto tappa solo perché aveva il nome simile al famoso writer inglese dall’identità misteriosa. La nostra idea era di arrivare nel primo pomeriggio a Plovdiv per visitarla. Ci vogliono meno di tre ore per andare da Bansko e Plovdiv, ma dopo neanche mezz’ora di guida ho visto con la coda dell’occhio un cartello che indicava una diramazione. (vedi foto qui sotto)

L'incrocio per il Dancing Bears Sanctuary - parco deglli orsi danzanti
L’incrocio con il cartello
parco deglli orsi danzanti - Cartello stradale

Nel cartello c’era la sagoma di un orso e, oltre alle solite incomprensibili scritte in cirillico, anche la traduzione in inglese “DANCING BEARS PARK“. Mi si è acceso un neurone (uno dei pochi rimasti). Prima di partire avevo intravisto un qualche sito che parlava di un “Parco Degli Orsi Danzanti” in Bulgaria, ma non avevo la più pallida idea di dove fosse. La Bulgaria non è poi così piccola. Rapido consulto familiare (“Ma cos’è? Non lo so di preciso, avevo intravisto un articolo online, ma non l’avevo letto bene. Che facciamo, ci andiamo? A me sembrava una cosa bella. Ma sì, dai”), inversione a U, presa la deviazione e ci siamo addentrati in questa zona di foreste per vedere questo parco.

Il parco degli orsi danzanti

Cosa sono gli orsi danzanti?

antico orso ballerino
Una tradizione antica

Ma cosa sono gli orsi danzanti? Beh, per secoli artisti di strada hanno allevato e addestrato gli orsi insegnando loro a “ballare” seguendo la musica e le indicazioni di loro padrone. Andando di città in città, di villaggio in villaggio, si esibivano in questi spettacoli per la gioia dei bambini e dei turisti, dando un’immagine anche un po’ romantica di questa simbiosi tra l’uomo e l’animale.

ancora una vecchia immagine di un orso ballerino
Orso ballerino con addestratore
prima di finire nel parco degli orsi danzanti questi animali venivano usati per foto ricordo con turisti
Spesso si incontravano gli orsi ballerini per strada e
si potevano fare le foto coi bambini.

La triste realtà

Ma la realtà era leggermente diversa. Gli orsi non danzavano al ritmo di musica, ma rispondendo al dolore, alla paura, alle minacce. Per controllarli meglio, gli orsi erano sempre incatenati. Veniva applicato un anello al naso (sarebbe meglio dire sul muso) per procurare loro dolori lancinanti. Spesso venivano strappate le unghie e i denti per renderli meno pericolosi. Erano percossi in continuazione, e costretti a correre dietro ai carri dei girovaghi per chilometri e chilometri. Una vita infernale e traumatizzante.

una delle torture degli orsi ballerini: l'anello al naso
Il tremendo “anello al naso” che in realtà
buca e deforma il muso dell’ordo

Erano preferite le femmine, siccome sono più piccole e meno aggressive, quasi sempre erano sottoalimentate. Insomma, dietro alla musica, alla danza, si nascondeva una vita di torture.

un'altra inquadratura della museruola
Un’altra orsa ballerina incatenata

La fine della tradizione

Anche se questa “tradizione” sta scomparendo in tutto il mondo, nell’Europa Orientale, soprattutto nella penisola balcanica, è sopravvissuta per quasi tutto il novecento. Ma dagli anni novanta, l’addestramento e l’utilizzo di orsi ballerini è stato progressivamente vietato in quasi tutti gli stati dell’Europa Orientale. Oggi, ci hanno detto durante la visita, ci sono soltanto due paesi europei dove questa pratica crudele è ancora legale o, se non proprio legale, non viene perseguita.

In Bulgaria gli orsi danzanti sono vietati dal 1993. Ma questo non ha comportato la fine immediata di questa usanza. In Bulgaria, per esempio, l’ultima orsa ballerina è stata recuperata nel 2007. Con il divieto veniva a mancare la possibilità di trarre un guadagno dagli orsi e i proprietari, nonostante dicessero che gli orsi facevano parte della famiglia, li hanno progressivamente abbandonati. Purtroppo questi orsi traumatizzati e allevati in cattivitià, spesso mutilati o ciechi, sono inadatti alla vita selvaggia, e non possono certo sopravvivere nelle foreste.

Il santuario di Belitsa

Per questo motivo nel 2000 l’organizzazione Four Paws ha avviato il progetto del Santuario degli Orsi di Belitsa in Bulgaria con l’obiettivo di per fornire un rifugio agli ex orsi ballerini che avevano bisogno di aiuto e di una casa. A pochi chilometri da Bansko questo “parco” ospita 27 orsi, ha una superficie di oltre 120.000 metri quadrati. Non è uno zoo, perché hanno cercato di fornire agli orsi un ambiente protetto e quanto più possibile simile al loro ambiente naturale, con piante e piscine. Agli animali ricevono tre pasti al giorno e sono fornite cure mediche. Per il resto sono liberi.

La nostra visita

Ovviamente, arrivando senza troppa preparazione, siamo arrivati ad un ingresso secondario, in una zona del parco degli orsi danzanti che non era destinata alle visite del pubblico. Pensando che fosse l’ingresso principale siamo entrati lo stesso e abbiamo visto i primi recinti, con i primi orsi. Ogni orso ha una breve scheda che riporta il nome dell’animale, e alcuni dati, come l’età, la provenienza e i problemi riscontrati.

nel parco degli orsi danzanti troviamo un'orsa cieca
La prima orsa che abbiamo incontrato
Sempre lei

Uscendo abbiamo trovato un sorvegliante che ci ha spiegato che quella che avevamo visitato era una zona non aperta al pubblico, e gentilmente ci ha indicato la strada per arrivare all’ingresso ufficiale con centro visite, giochi per i bimbi e il punto di partenza per le visite guidate. Il parco degli orsi ballerini è molto frequentato da famiglie che vengono a trascorrere una giornata facendo picnic e passeggiate.

l'ingresso del parco degli orsi danzanti
L’ingresso ufficiale del parco degli orsi danzanti di Belitsa

Al centro visite è possibile guardare un filmato piuttosto cruento (evitatelo se siete persone sensibili) che racconta la storia di questa pratica e di come venivano torturati gli orsi. Gli uomini riescono ad essere dei veri bastardi.

Ogni mezzora, divisi in piccoli gruppi e accompagnati da una guida, si parte per fare un percorso tra i vari recinti. Alcune di queste visite sono in inglese non solo in bulgaro! Per fortuna, perché chi accompagna dà un sacco di spiegazioni.

Nel nostro giro siamo stati fortunati perché siamo arrivati subito dopo pranzo e a quell’ora viene dato il cibo anche agli orsi che, per riceverlo, si spostano dal bosco verso le recinzioni. Perciò li abbiamo visti proprio da vicino.

La guida, un ragazzo lituano, ci ha raccontato che, nonostante il nome, gli orsi danzanti sono pochissimi, e adesso gli orsi ospietati sono quelli recuperati da persone che li tenevano in cattività, magari cacciatori che li avevano prelevati da piccoli e che non riuscivano più a gestire animali grossi e pericolosi (un maschio adulto può arrivare a 300 kg) o sequestrati in zoo improvvisati e fatiscenti.

L’orso più grosso

Il filmato qui sotto dura un paio minuti. Si possono vedere un orso di 4 anni (la guida l’ha definito adolescente) che insiste per giocare con un’orsa anziana (definita la nonna) che si ritrae, cerca di far capire che non ha tutta questa voglia di giocare.

Informazioni utili sul parco degli orsi danzanti

Come dicevo, l’area è molto usata da famiglie che vengono a trascorrere una giornata nella foresta, ma ci sono anche visitatori del parco e turisti come noi. Non mancano i venditori di souvenir e snack.

venditrice di mais
Venditrice di ottimo mais lessato
snack al parco degli orsi
Se dico che è ottimo è perché l’abbiamo provato!

Conclusione

Alla fine abbiamo passato diverse ore nel Dancing Bears Park di Belitsa, il parco degli orsi danzanti, un bel posto tra i boschi dove abbiamo potuto vedere da vicino molti orsi che finalmente, dopo una vita trascorsa in modo innaturale tra dolore, restrizioni e abusi, avevano ricominciato a vivere. La vita dell’orso recuperato non è selvaggia come quella degli animali vissuti in libertà, ma ci hanno spiegato che, per quanto intelligenti, questi orsi non potrebbero sopravvivere in natura e questo santuario è quanto di meglio possano trovare. Se avete in programma un viaggio in Bulgaria, cercate di tenervi una giornata per visitare questo parco’, sono convinto che sarà una delle esperienze più emozionanti che potrete riportare a casa.

Per saperne di più

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