E adesso le riforme! Ovvero: sono diventato anch’io riformista.

Siamo tutti riformisti
Siamo tutti riformisti

Dopo le elezioni regionali, le prime parole sono per le riforme.

Berlusconi vuol partire subito con le riforme e il PD, specificando che le riforme devono essere condivise, le vuole anche lui.

E sapete cosa vi dico? Anch’io voglio le riforme. C’è un numero sterminato di riforme che sarebbero salutari per il nostro paese. Elenco le prime riforme che mi vengono in mente.

  • Una bella riforma della scuola, per impedire i finanziamenti alla scuola privata e cattolica; per aumentare il numero di insegnanti e ridurre gli alunni per classe
  • Una bella riforma del lavoro, per eliminare il precariato ed estendere lo statuto dei lavoratori anche alle piccole imprese
  • Una riforma della sanità, per impedirne la privatizzazione e per svincolarla dalla ricerca farmaceutica e dagli interessi economici
  • Una riforma dell’università e della ricerca scientifica, per far rientrare i cervelli fuggiti all’estero
  • Una riforma dello stato sociale, per aiutare chi sta peggio e consentirgli di ritrovare dignità e un ruolo nella società.
  • Una riforma delle politiche di accoglienza, per consentire ai nuovi italiani di sentirsi parte attiva del nostro paese, imparando a conoscere e ad amare le nostre leggi, la nostra cultura, la nostra civiltà
  • Una riforma delle comunicazioni, per impedire abusi di posizioni dominanti, per favorire la circolazione di idee e notizie
  • Una bella riforma fiscale, per far pagare di più a chi ha di più e di meno a chi ha meno (come dice la costituzione) e per tassare le rendite e i grandi patrimoni
  • Una riforma del sistema bancario, nazionalizzando le banche, specialmente quelle che hanno truffato i risparmiatori
  • Una riforma, delle forze armate, per impedire missioni militari all’estero (se non sotto il comando dell’ONU e non della NATO)
  • Una riforma elettorale, per tornare al proporzionale e ridare voce e voglia di partecipare ai cittadini
  • Una riforma delle politiche energetiche, per incentivare le energie rinnovabili.
  • Una riforma dei finanziamenti alle imprese, riducendoli drasticamente. Con i soldi risparmiati eliminare l’IRAP e ridurre il costo del lavoro, per incentivare l’occupazione.
  • Una bella riforma della giustizia eliminando le leggi ad personam e ritornare ad un’effettiva eguaglianza tra i cittadini; dare piu’ risorse ai tribunali per velocizzare i processi. e più risorse alle forze dell’ordine per poter perseguire chi delinque. Costruire più carceri per mandare ladri e corruttori in galera (in condizioni umane e non di sovraffollamento); giudicare Berlusconi e sapere in modo certo se è colpevole o innocente

E voi – amici riformisti – quale riforme vorreste?

5 thoughts on “E adesso le riforme! Ovvero: sono diventato anch’io riformista.”

  1. Le assicurazioni. Anche le assicurazioni andrebbero nazionalizzate.
    E non sarebbe male nemmeno fare una bella riforma della borsa valori, abolendo il mercato azionario, per fare in modo che le aziende tornino ad occuparsi di prodotti e di lavoro, invece che d’oscillazioni azionarie.

  2. Riforma, anzi, abolizione dei Patti Lateranensi; riforma, anzi, abolizione dei privilegi riservati agli ecclesiastici; riforma, anzi abolizione delle interferenze della chiesa sugli affari interni italiani; riforma, anzi abolizione dell’insegnamento della religione – di qualsiasi religione – all’interno delle scuole pubbliche di ogni ordine e grado.

  3. Grande Franco,
    Grande Riforma dei rapporti tra stato e confessioni religiose (a partire dall’abolizione dei patti lateranensi) per avere uno stato finalmente laico

    il nostro programma riformista diventa sempre più articolato e completo (e penso siano in molti a condividerlo)

  4. Giusto, dobbiamo essere per le liberalizzazioni.
    Liberalizziamo quindi le religioni: che ognuno sia libero di praticare la religione che vuole, senza necessità di riconoscimenti particolari o di patti speciali con lo Stato.
    Che ognuno sia libero di pagarsi coi propri soldi il proprio culto, e sia libero d’insegnarlo ed impararlo nel proprio tempo libero, in locali di sua proprietà.

Leave a Reply

Your email address will not be published.