Tag Archives: mesiano

Brachino e Sallusti. Due Natural Born Killers.

Ovvero, perchè Natural Born Killers di Oliver Stone spiega l’efficacia dell’attacco di Canale 5 contro il giudice Raimondo Mesiano.

Juliette Lewis
Juliette Lewis

Qualche giorno fa durante Mattino 5 (una trasmissione di Canale 5) è stato mandato in onda un servizio per denigrare il giudice Mesiano, quello che ha condannato Fininvest ad un risarcimento nei confronti della CIR, cercando di delegittimare così la sentenza. Durante il servizio Alessandro Sallusti intervistato da Claudio Brachino, lo dice chiaramente.

Mesiano è stato seguito dalle telecamere a sua insaputa e il servizio è imperniato sulla descrizione di quanto è stato ripreso di nascosto. La tesi è questa: se il giudice è strano, sono strane anche le sue sentenze e perciò la sentenza Fininveste dev’essere annullata – “Lo dice il buon senso”, chiosa Sallusti. Perciò ogni dettaglio del servizio – lo stile usato, il tono e i commenti della voce narrante, l’ironia delle osservazioni, gli interventi degli ospiti in studio – è coerente con la descrizione di un personaggio inaffidabile e stravagante.

Tutto tranne il contenuto reale. Infatti, quanto si può oggetivamente osservare non ha NULLA di disdicevole. Tutto è assolutamente normale: una passeggiata, un’attesa del turno, un vestito casual, il taglio dal barbiere, una sigaretta… Episodi assolutamente insignificanti della vita di Mesiano, ma raccontati come se Mesiano avesse tenuto un comportamento stravagante.

Questa tecnica di racconto – se non si guarda il servizio con attenzione e con un po’ di spirito critico – lascia nello spettatore la “sensazione” che Mesiano sia effettivamente un po’ strano. La tecnica del racconto riesce a prevalere sull’effettivo contenuto. soprattutto negli spettatori distratti o comunque non abituati a riconoscere al volo questi i meccanismi mediatici.

A me è tornato in mente il capolavoro di Oliver Stone Natural Born Killers, un film visionario e geniale del1994, di una violenza estrema, che contiene una tremenda critica ai media e alla loro capacità di generare violenza. (Putroppo il film uscì quasi in contemporanea del capolavoro di Tarantino Pulp Fiction, di più facile fruizione, e perciò non ebbe il successo che secondo me meritava).

Oliver Stone racconta la fuga disseminata di omicidi per futili ragioni di Mallory e Mickey, due ragazzi con la vocazione di assassini (da qui il titolo). Seguono il viaggio degli spietati fidanzati la polizia e, soprattutto, un giornalista che racconta la loro vita esaltandoli e traformandoli in vere e proprie star, in “famosi” diremmo oggi…  Non vi racconto come va a finire, ma vi consiglio di guardare il film.

Una serie di flashback racconta le origini e i perché di tanta violenza. Particolarmente significativo è il racconto su Mallory (la ragazza) in cui si motivano le ragioni della sua aggressività individuandole nella sua adolescenza in famiglia di disadattati.

I-love-mallory
I love Mallory

Stone, per raccontare questa adolescenza difficile, usa lo stile della sitcom. Qui sta la trovata geniale di Oliver stone e in questo sta anche la dimostrazione della superiorità del format rispetto al contenuto.

Mentre lo spettatore guarda la sitcom “I love Mallory“, non può fare a meno di ridere. Sì, le battute sono grevi (il rutto del fratello, per esempio, o le esagerazioni con cui il padre descrive il modo di vestirsi di Mallory), ma i tempi, le pause, le facce ammicanti degli attori, gli applausi e le risate di sottofondo fanno spesso partire una risata involontaria.

Ecco il filmato, vi invito a guardarlo.

I love Mallory

Avete guardato? Bene.

E adesso seguitemi, anche se sicuramente ci sarete arrivati anche voi.

C’è bisogno di un vero e proprio sforzo intellettuale per distaccarsi dal meccanismo mediatico e per rendersi conto Stone non ci sta raccontando qualcosa di buffo, ma la tragedia di una ragazza violentata dal padre, con una madre debole e incapace di reagire e di difenderla. C’è bisogno di uno sforzo per NON ridere, per comprendere la tragedia.

I love Mallory è una splendida dimostrazione della superiorità del mezzo rispetto al contenuto.

E questo spezzone, secondo me, è anche un’ottima dimostrazione pratica dell’inaudita gravità dell’operazione di linciaggio organizzata da Canale 5 per sputtanare il giudice Mesiano.