Di Pietro compone l’inno per Berlusconi: mi vien da vomitare

vomitare
Che schifo!

Vabbè, la notizia è vera, ma stavo scherzando: non si tratta di Antonio di Pietro ma di tal Pino di Pietro. Mi ero già stupito che ci potessero esistere per davvero persone talmente idiote da immaginare una candidatura di Silvio Berlusconi per il Nobel per la pace. Eppure esistono davvero e c’hanno pure un sito (Nota del 13 agosto 2013, il sito non c’è più) per sostenere l’igNobel  proposta. Oggi il mio stupore è aumentato sapendo che c’è addirittura un inno per sostenere tale iniziativa. Il video “ufficiale” è una roba da sciacalli, col Berlusca che si pavoneggia tra le macerie del centro de l’Aquila.

Se avete lo stomaco forte, guardatevelo pure.

Se non riuscite a sopportare la canzone (vi capisco) leggetevi le parole. Chi le ha composte deve avere dei seri problemi.

La pace può
ripeterò
queste parole senza smettere
E il vento penserà a diffonderle
e il mondo ascolterà
La pace può
guarda anche tu
l’Abruzzo si risveglia incredulo
la neve e il sole
che s’incontrano
e la tua mano è qua
C’è un Presidente
sempre presente
che ci accompagnerà

Siamo qui per te
cuore e anima
un Nobel di pace
Silvio grande è
Siamo qui per te
coro unanime
un’unica voce
Silvio Silvio grande è

La pace può
miracolo
la guerra è stata solo un incubo
voglio un abbraccio che sia unico
e dove sei sarò
C’è un Presidente
sempre presente
che ci accompagnerà

Siamo qui per te
cuore e anima
un Nobel di pace
Silvio grande è
Siamo qui per te
coro unanime
ununica voce
Silvio Silvio grande è

Oppure seguite l’esempio di questa conduttrice svedese e vomitate.

Un film veramente brutto: Louise-Michel

Louise Michel
Louise Michel

Ieri sera abbiamo noleggiato un film che, sulla carta, sembrava promettente: premiato al Sundance Festival per la sua originalità e in un numerosi altre rassegne; rivelazione al festival di Roma; il titolo è una citazione ad una anachica francese dell’800; sulla sovracoperta ci sono frasi riportati da giornali e critici famosi che lo descrivono favorevolemente – “una via di mezzo fra Terry Gilliam e i fratelli Cohen”, “fa morir dal ridere”. Anche la trama non sembrava male: operaie francesi rimaste senza lavoro (e senza fabbrica) investono i loro pochi soldi per far fuori il padrone, assoldando un killer. Solo che il killer è un idiota.

Risultato: a parte la scena iniziale di una strampalata cremazione il film è banale e noioso. Spesso è cinico (e va benissimo) solo che è un cinismo fine a se stesso che non raggiunge l’obiettivo, cioè non fa ridere.

Tenetevene alla larga e se volete una recensione decente e soprattutto onesta ecco quella di Alessandro Baratti, su Gli spietati.

Google dà risultati diversi a seconda del browser usato.

Google dà risultati diversi a seconda del browser usato.: Un’interessante test effettuate da Chad Phillips prova che Google fornisce risultati diversi a seconda del browser usato. Era una cosa che avevo notato da tempo, pensavo però che fosse dovuta ai tentativi di Google di offrire ricerche personalizzate in base all’utente. Questo esperimento sembra dimostrare che, invece, più che la “storia” dell’utente, conta il browser usato. Mah…