Tayla Harris, il sessismo, la moderazione, la censura e c’era una volta la Netiquette

Il portale 7AFL (football australiano) ha pubblicato una foto incredibile scattata da Michael Willson a Tayla Harris, mentre spedisce l’ovale in mezzo ai pali da 45 metri. Una foto bellissima, non per nulla intitolata “Foto dell’anno”.

I commenti sono arrivati ​​numerosi e velocememente, ma la maggior parte dei commentatori non aveva alcuna intenzione di celebrare il momento, l’atleta o la squadra: no, aveva voglia di dire porcate.

Per reazione, il portale 7AFL ha rimosso l’immagine, ma così facendo, l’ha data vinta ai troll, mettendo a tacere la stessa Harris ed escludendola dal dibattito.

La Harris – che non si tira certo indietro se c’è da affermare i propri diritti – ha risposto ripubblicando l’immagine sul proprio profilo Instagram.

 

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My hamstring is ok but derogatory and sexist comments aren’t.

Un post condiviso da Tayla ⚡️ Harris (@tayla_harris) in data:

A questo punto 7AFL ha ripubblicato l’immagine riconoscendo l’errore e dando il proprio sostegno alla giovane atleta.
 
Ma la domanda è: quale comportamento bisognerebbe adottare per fare in modo che eventi simili non si ripetano?

Carlotta Sisti, su Elle, propone una decisa azione di moderazione dei commenti. Il suo articolo, specialmente se letto dopo un episodio simile,  raccoglie molto consenso e anch’io fondamentalmente le do ragione. Però devo riconoscere chi si preoccupa dell’eccessiva limitazione della liberta di espressione insita nella moderazione, qualche ragione ce l’ha: è troppo facile per chi modera escludere qualunque opinione scomoda o minoritaria, zittire chi dissente dalla maggioranza, ostracizzare chi ha un punto di vista insolito e originale.

Ma, d’altro canto, ho visto troppi abusi come quello narrato nell’articolo per pensare che la “libertà totale” possa essere una risposta praticabile. Chi frequenta da un po’ di tempo
i luoghi di discussione online (commenti, pagine e gruppi facebook. per esempio) sa benissimo che senza alcuna regola prima o poi il gruppo degenera perde qualunque utilità.

Perciò, la moderazione va benissimo, anzi credo che in generale si moderi troppo poco, ma allo stesso tempo  sono certo che si debbano mettere in atto tutti gli accorgimenti necessari per evitare che la moderazione scada nella censura.  Una moderazione senza regole chiare e condivise, concordate a priori, una moderazione senza possibilità di ricorrere contro chi è chiamato ad applicare queste regole,  scivola rapidamente verso la banale repressione della libertà di espressione. Devono perciò essere definite ed essere ineccepibili anche “le regole per chi regola” e i meccanismi per controllare l’operato dei moderatori.

Finalmente credo che i tempi siano maturi e che, dopo anni di anarchia, possa tornerare presto in auge la RFC 1855 o meglio un suo ammodernamento. Non sapete cos’é?  Eppure scommetto che l’avete sentita più volte nominare: è la Netiquette

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