un presepe non cristiano

Presepe sì, presepe no. E’ giusto allestirlo nelle scuole?

E’ di questi giorni la notizia di un preside di una scuola di Bergamo che avrebbe negato ad un insegnante la possibilità di allestire un presepe.  (uso il condizionale perché la stampa italiana è così inaffidabile che bisogna prendere qualunque notizia con le molle)

Sono molto perplesso. Sono ateo, ma non quanto sono d’accordo con il preside, specialmente dopo aver letto una dichiarazione in merito al crocifisso, in cui il dirigente scolastico dice «Quello resta appeso ai muri, perché se lo tolgo se ne fa una questione di Stato e ho cose più importanti di cui occuparmi»

Secondo me, casomai, bisognerebbe fare proprio il contrario.

E’ il crocifisso che dovrebbe essere tolto in quanto simbolo di una religione ben precisa, elemento e segno distintivo, capace di evocare in chi lo vede un significato diverso da quello della rappresentazione oggettiva. La maggior parte delle persone che guardano un crocifisso non vedono l’immagine di un uomo torturato a morte, ma leggono un messaggio di testimonianza di una fede religiosa (per chi ci crede positivo, per me negativo, in ogni caso nel crocifisso vediamo il cristianesimo). La croce è nei paramenti, nei segni, negli edifici. E’ questo il segnale distintivo e divisorio!

Il presepe, invece, non riesco proprio a vederlo come simbolo di una religione. E’ un insieme di pupazzetti colorati che rappresentano una scena con pastori, pecore, animali, esseri immaginari ed una natività. E’ un’espressione popolare, la rappresentazione tridimensionale di una favola che in Italia siamo abituati a raccontare da secoli, alla quale non crediamo più, ma che ha il potere di farci tornare bambini.

un presepe non cristiano
Un presepe non proprio religioso (fonte: Moss Graffiti)

A casa mia siamo tutti atei. I miei 3 figli non sono battezzati, ma quando arriviamo in questo periodo beh, ci piace che ci sia l’occasione di fare un po’ di vacanza, di trovarci in mezzo ad amici e parenti che per ragioni logistiche vediamo poco, di mangiare un po’ di più del necessario e di fare qualche regalo. Facciamo l’albero e pure il presepe e apriamo ogni giorno il calendario dell’avvento. Cantiamo anche le canzoni di Natale (io malissimo, ma questa è un’altra storia). Tutto senza attribuire a questi oggetti alcun significato religioso, anche se consapevoli che queste tradizioni un’origine religiosa ce l’hanno.  Ma senza tutte queste puttanate, la festa ci sembra meno festa.

Per noi (e credo per la maggior parte delle persone) albero e presepe sono simboli di una festa, non di una religione. Una festa che, tra l’altro, ha perso quasi completamente la sua carica religiosa.

Un po’ come la festività settimanale che cade di domenica. Trovo che il riposo settimanale sia una buona cosa anche se ha un’origine religiosa. Non mi piacerebbe abolirlo solo per questo.

Insomma, se ritengo giustissima la battaglia per l’eliminazione dei simboli religiosi dagli edifici pubblici, faccio fatica a ritenere “simbolo di una religione” il presepe e, pur apprezzando la scelta e la volontà del preside di dare un’impronta laica al suo istituto, ho molti dubbi sull’opportunità di questa decisione.


Questa mattina sono passato per piazza Grande a Modena, Da poco hanno tolto tutte le impalcature al duomo ed è bellissimo. Eppure è (è stato) il simbolo del potere religioso… Che vogliamo fare? Lo abbattiamo?

Il duomo di Modena senza impalcature

Aggiornamento

La cosa che mi dispiace di più è che su questa storia (distorcendola tra l’altro) si sono buttati i leghisti, l’UDC e l’NDC che hanno inscenato la manifestazione di consegna di un presepe alla scuola.

2 thoughts on “Presepe sì, presepe no. E’ giusto allestirlo nelle scuole?”

  1. La storia insegna che chi abbatte chiese e monumenti che a loro non vanno a genio sono i religiosi. La scuola è una struttura obbligante e deve essere laica. Sulla pubblica via, invece, è normale avere simboli di parte: pubblicitari, religiosi, atei (anzi, atei no, in questo paese vietano la pubblicità sugli autobus a chi dice di ritenere che Dio non esista).

    Per come la vedo io chi voleva imporre qualcosa è stato chi voleva fare il presepe dentro la scuola di tutti. Il dirigente scolastico si è limitato a dire che era consilidata da anni la prassi laica e civile di non introdurre nella scuola elementi estranei che potessero dividere. Invece del presepe si poteva fare un albero, e i bimbi potevano decorare le palline. Che problema c’era? Fosse arrivata la proposta di far cantare Bandiera rossa ai bambini avrebbe per me ottenuto la stessa risposta pacata dal preside. Invece no, si grida allo scandalo per un preside che fa il proprio lavoro.

    Concordo che il crocifisso affisso dentro la scuola sia peggio. Ma se il dirigente lo togliesse rischierebbe il posto di lavoro (ci sono già stati casi in proposito, in questo disgraziato paese). Mentre relativamente al presepe si parla di pura didattica. O no?

  2. Beh Roberto, vado a memoria ma quanto affermi in merito all’abbattimento di monumenti non mi pare del tutto esatto. La rivoluzione francese ha avuto la sua bella fase di iconoclastia, tanto per dire. Pensare che gli atei non abbiano mai fatto nulla di male, dividere il mondo in modo manicheo mi sembra inutilmente divisivo e, visto che noi atei subiamo di continuo una campagna di denigrazione, dobbiamo essere più attenti della media nell’esercizio dei nostri diritti. Un conto è contrapporsi alle prevaricazioni, un conto è – magari involontariamente – crearne di diverse e di nuove.

    Tornando al presepe. Tu proponi di fare l’albero che, come certamente sai, si richiama ad antichi culti diversi dai cristiani. Un’origine religiosa ce l’ha anche quello. Ma la parte ludica, gioiosa, tradizionale, ha sicuramente preso il sopravvento rispetto alla parte religiosa.

    Per il presepe, almeno come la vedo io, è avvenuto lo stesso fenomeno. La parte di giocosa ed estetica ha preso il sopravvento sull’origine religiosa. Guarda per esempio le statuette di San Gregorio Armeno che raffigurano politici e vip del momento.

    Vietare il presepe, per me, è come vietare i carri di Viareggio o di Cento, o di andare a scuola in maschera per un giorno, con la motivazione che il Carnevale ha un significato religioso.

    —-
    A distanza di un giorno. Leggendo altri articoli, non mi pare che il preside si sia opposto alla richiesta di imporre il presepe, ma semplicemente abbia negato ad un insegnante – con le motivazioni che sappiamo – la possibilità di farne uno.

    Mi è sembrato esagerato.

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