I blog e il tramonto della qualità dell’informazione

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Cosa si fa se si pubblica una notizia sbagliata o non corretta? Si corregge, è ovvio, si dirà. Sì, è ovvio ma non nel mondo dell’informazione online. Il sistema dell’informazione digitale ha consol…

Giovanni Sonego‘s insight:

Post di Daniele Chieffi pieno di spunti interessanti originati da una domanda "Cosa si fa se si pubblica una notizia sbagliata o non corretta?". Le rettifiche spesso non ci sono e quando ci sono sono inefficaci. Scrive l’autore: "Non si può certo andare a riprendere, una per una, le persone che sono entrate in contatto con il post errato ed è fantascienza pensare che chi abbia letto una volta torni a vedere se ci sono modifiche". 

Quindi Chieffi dice che i blogger devono essere consapevoli che stanno facendo informazione e che devono migliorare la qualità di quanto scrivono, rispettando le più elementari norme deontologiche altrimenti danneggiano pesantemente l’intero sistema dell’informazione in rete.

E fin qui, cioè che chi scrive deve migliorare la qualità di quanto propone, verificando, documentandosi, e magari contando fino a 100 prima di pubblicare, ci sta.

Altre osservazioni mi lasciano un po’ più perplesso. Dice ancora Chieffi "se sono parte in causa di un articolo, di un’informazione ho il diritto di essere interpellato prima e quantomeno di vedere la mia posizione pubblicata.". 

Mah…. Come fa rilevare Gluca in uno dei commenti "posso scrivere che secondo me un prodotto fa schifo o dovrei discutere il post prima con l’azienda?". Io dico di sì e sono sicuro che queste informazioni sono spesso più utili di quelle ufficiali, che rappresentano la versione dell’azienda o comunque mediata. 

Bisogna anche tenere conto che, specialmente nel caso dei "potenti" (aziende o politici che siano), la loro posizione hanno 1000 e 1000 occasioni per ribadirla tutti i santi giorni. 

Non so neanche se sia giusto distinguere tra blogger e giornalisti. Ci sono blogger che prima di pubblicare qualunque cosa verificano le fonti, ragionano, riflettono e magari si confrontano e riescono a produrre informazione di qualità.

 

Al contrario ci sono tanti giornalisti certificati che usano le loro capacità per veicolare informazioni false, faziose e calunniose. (Sallusti, Farina… tanto per dirne un paio che mi stanno particolarmente antipatici)

Quindi non trovo giusto scaricare tutta la responsabilità della scarsa qualità del sistema dell’informazione in rete sui blogger, quando ci sono "professionisti" che fanno peggio e con megafoni più potenti…

Devono migliorare i blogger, ma devono migliorare anche i giornalisti professionisti. 

Penso però che il vero salto di qualità sarà determinato dal "miglioramento dei lettori". Spero che cresca in fretta una generazione di lettori più consapevoli, che abbia gli strumenti e le abitudini pe poter distinguere al volo le puttanate dall’informazione di qualità. Lettori dotati di forte spirito critico e sano scettiscismo, in grado di affossare le calunnie e le falsità più evidenti e di selezionare (e propagare) l’informazione stimolante e di qualità.

Se aumenteranno i lettori esigenti (magari pronti a stroncare blogger o giornalisti cazzari) anche chi pubblica sarà "costretto" a migliorare la qualità di ciò che pubblica.

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