Perché è sbagliata la giornata mondiale per il dialogo tra religioni e omosessualità

Alfredo Ormando
Alfredo Ormando

Il 13 gennaio si moltiplicano le iniziative e gli articoli  per ricordare Alfredo Ormando, poeta e omosessuale, che  si diede fuoco in Piazza San Pietro proprio il 13 gennaio 1998.

Ormando, omosessuale siciliano, anticipò il suo gesto spiegando in una lettera che la sua era  “una forma di protesta contro la Chiesa che demonizza l’omosessualità, demonizzando nel contempo la natura, perché l’omosessualità è sua figlia”.

Leggo però, che questa data sarebbe diventata  è la giornata mondiale per il dialogo tra religioni e omosessualità.

A mio avviso sarebbe stato più corretto definire questa data “giornata mondiale delle vittime omosessuali della religione” o  qualcosa del genere. e non un usare una definizione che riconosce un ruolo positivo alla religione, ricercando il dialogo. Ma quale dialogo!

A causa della religione e dell’ambiente bigotto in cui viveva Ormando, come aveva avuto cura di testimoniare, era stato vilipeso e offeso tutta la vita. E aveva sofferto, come soffrono gli emarginati.

Povero Alfredo e, soprattutto, povere tutte le persone sentono il bisogno di essere accettate da una congrega religiosa per sentirsi parte dell’umanità.

La soluzione non è far dialogare religioni e omosessualità, ma operare e far evolvere la società per realizzare un mondo in cui  le persone non sentano più la necessità in un orpello inutile e dannoso come la religione. 

Credo che parlare di “dialogo con la religione” raccontando la  protesta estrema di Alfredo Ormando, non sia un bel modo di onorarne la memoria.

 

Per saperne di più sul gesto di

 Alfredo Ormando e sulle reazioni della chiesa cattolica

 

 

 

2 thoughts on “Perché è sbagliata la giornata mondiale per il dialogo tra religioni e omosessualità”

  1. Forse hai ragione, anzi ce l’hai. Quelle categoria umane perpetuamente maltrattate dalle religioni non dovrebbero sentire il bisogno della loro accettazione. Poi ci sono ragioni personali che intervengono, se si crede o se ci si sente legati (non so perchè ma succede) alla chiesa, si vuole il suo consenso, diventa indispensabile esserne accettati. Mi ricorda l’immagine triste di un bambino che cerca in tutti i modi di farsi notare da un padre assente.
    C’è però da dire che a volte si ricerca il dialogo perseguendo un fine più pratico. Se Chiesa e Vaticano avessero potere esclusivamente sulle menti dei cattolici duri e puri (e non di quelli che si aggregano per abitudine o pigrizia mentale) il problema non si porrebbe: loro mandano al diavolo te, tu mandi a fanc**o loro e tanti saluti.
    Il problema nasce quando la Chiesa utilizza la discriminazione sessuale come arma, come strumento di consensi, come terreno comune, come miele per le mosche; e così facendo influenza il modo di pensare di una nazione intera. Quando senti la gente dire che l’omosessualità è INNATURALE a parte l’istinto primario di prendere a sprangate l’idiota di turno (oh, ma mica per fargli male, no, ma nella speranza che un colpo ben assestato gli rimetta in moto il cervello evidentemente in panne) ti rendi conto che non puoi lasciar perdere il dialogo, o meglio il confronto dialettico, l’uso della ragione.
    E inevitabilmente tocca fare i conti anche con chi queste idiozie le proclama da un pulpito e con la macchina pubblicitaria macina soldi e consensi che gli sta alle spalle.
    Il dialogo con le religioni è un concetto paradossale ma come evitarlo? Quello che è certo è cosa NON fare una volta intrapreso questo questo dialogo: mai genuflettersi, mai implorare comprensione, mai sollecitare clemenza, mai assumere l’atteggiamento di chi sta elemosinando qualcosa. A questi “dialoghi” ci si dovrebbe presentare in giacca e cravatta ma con i colori di guerra dipinti sul volto.
    Perchè sono “loro” ad avere dei morti sulla coscienza e sono loro a dover chiedere perdono!

    1. Sì dovrebbe essere la Chiesa ad essere perdono. Quando lo fa però lo fa sempre in modo peloso.

      Se va bene, chi invoca il perdono, chiede perdono a Dio, mai alle vittime.

      Inoltre, quando i vari esponenti religiosi “chiedono perdono” non perdono l’occasione per ribadire che chi ha sbagliato, chi ha commesso crimini odiosi non è stata la Chiesa, ma sono stati i singoli esseri umani, fallaci per natura. La Chiesa, per loro, non sbaglia mai e non ha nulla da farsi perdonare.

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