Le scuole non si benedicono!

“Finalmente un preside con le palle!” ecco quello che ho pensato dopo aver letto questa mattina al bar la notizia che a Pavullo (MO) un preside ha ricordato al sacerdote invitato all’inaugurazione di una scuola, che nelle scuole sono vietati gli atti di culto e che perciò non poteva fare la benedizione. “E’ la prima volta che a Pavullo viene impedita la benedizione“, dice l’assessore Antonio Parenti. In effetti c’è proprio da scandalizarsi che si debba arrivare nel 2008 per trovare un dirigente scolastico che fa semplicemente rispettare la legge, che ha un corretto senso della laicità delle istituzioni.

Io, ovviamente, sono proprio contento ed esprimo tutta la mia solidarietà al preside Carlo Prandini: il giorno in cui si compie un primo passo contro l’arrogante occupazione della cosa pubblica da parte del clero è un giorno da festeggiare!

Nota: il Resto del Carlino ha promosso un sondaggio sull’argomento. Potete dire la vostra anche lì.

10 thoughts on “Le scuole non si benedicono!”

  1. Che strano il risultato del sondaggio. Su 2000 voti l’83% dei lettori del Carlino è d’accordo con il Preside. Non ci avrei mai creduto … forse che qualcuno che ha criticato il Preside cambierà idea alla luce di questi risultati?

  2. Ovviamente non è un sondaggio con un valore statistico, certo che l’83% fa un po’ impressione. Se così è significa solo che la nostra è una società più laica di quanto tentano di farci credere i vari organi di informazione.

  3. Potete dire quello che volete ma la vostra è solo un’avversione non alla religione nei luoghi pubblici, ma alla religione cattolica nei luoghi pubblici…questa non è laicità.

  4. Sono certo che se qualche sacerdote di qualche credenza diversa dalla cristiana cattolica avesso voluto officiare i propri riti nella scuola di Pavullo il preside si sarebbe opposto nello stesso modo. Non capisco perchè l’Anonimo abbia visto in questo fatto un’avversione particolare alla religione cattolica.

    Forse la sua è una sensazione derivante dal fatto che in Italia capita di doversi opporre ai tentativi di sopraffazione dei cattolici molto più spesso che alle sopraffazioni di altre religioni. Ma questo avviene semplicemente perchè i cattolici sono più numerosi, rispetto alle altre credenze, e soprattutto molto più invadenti.

    Personalmente sono avverso in egual misura alle 3 grandi religioni monoteiste, mentre ho una certa simpatia per i vari tipi di animismo. Non vedo l’ora che qualche sacerdote tantrista voglia benedire a modo suo le aule di qualche scuola italiana e che, in nome della libertà religiosa, un preside o un provveditore cattolico caldeggi questa manifestazione di culto.

  5. Vorrei:
    che un preside comunista non prendesse a calci un prete perchè gliel’hanno insegnato da bambino;
    che l’ora di religione non fosse di catechismo ma diventasse il momento in cui i bambini parlano delle loro diverse usanze, culturali e religiose;
    che accanto al crocifisso, il bambino abdul potesse appendere la sua mezzaluna per potersi sentire il benvenuto;
    che all’università di architettura di venezia dove mi sono laureato, non fosse obbligatorio venerare il ché guevara per accedere alle borse di studio;
    che il prete del mio paese non rifiutasse di battezzare i miei bambini perchè io e la mia compagna abbiamo scelto di non sposarci;
    che gli ignoranti cattolici si illuminassero, per poter uscire dal loro comodo guscio di intolleranza;
    che la tolleranza si trasformasse in integrazione;

    ok basta così, grazie per l’ospitalità e ciao a tutti

  6. Grazie dell’intervento Diego, ma devo fare una precisazione.

    Anche se l’episodio è avvenuto a Modena, non sappiamo se il preside sia comunista o no. Potrebbe esserlo (i comunisti credenti esistono). Se per “comunista” invece intendi dire: ateo, miscredente, mangiapreti, allora no, non ci siamo proprio. In questi giorni, qui a Modena, i giornali hanno riportato ampiamente il fatto e il preside ha dichiarato di essere cattolico credente e praticante. Semplicemente e’ un credente corretto, che ha fatto rispettare la legge: il consiglio di istituto non aveva deliberato sull’argomento e perciò non si poteva praticare la benedizione.
    Sull’argomento leggere le indicazioni pratiche della Curia Arcivescovile di Bologna che riconoscono in modo chiaro l’autorita’ del consiglio d’istituto
    http://www.bologna.chiesacattolica.it/irc/insegnamento/irc/atti_culto_scuola.php

  7. Ok Giovanni, giusta puntualizzazione. Non conosco i dettagli del caso specifico ed ho usato lo spunto per esporre un concetto più generale. Su questi temi noto sempre, non parlo di questo blog ma della vita reale, prese di posizione nette, preconcette e rigorosamente politicizzate. Io che sono felice di non essere ne di destra ne di sinistra, rivendico semplicemente il mio punto di vista trasversale, sognando un paese che organizzi la sua scuola per il bene dei bambini e non per le perversioni politiche e sociali degli adulti.
    Trovo ridicolo che sia il parlamento a dover decidere se nelle aule debbano essere appesi o meno i crocefissi; un prete ed un direttore scolastico intelligenti non avrebbero bisogno di alcuna legge per accontentare le esigenze di tutti senza offendere alcuno ma… come dicevo sto solo sognando :-)

  8. Una scuola organizzata per il bene dei bambini… Limitiamoci all’aspetto religioso (tema di questo post) e vediamo che non è poi così facile definire cos’e’ il “bene dei bambini”.

    Personalmente considero DANNOSO l’impartimento di insegnamenti religiosi ai bambini che ancora non hanno ben sviluppato e interiorizzato logica e razionalita’, e sono percio’ piu’ esposti degli adulti alla forza di persuasione di credenze irrazionali e immotivate (babbo natale, gli elfi, i supereroi Marvel, un dio onnipotente).

    Altri, invece, ritengono che per il bene dei bambini sia indispensabile educarli seguendo i dettami di una religione. (non una qualsiasi, bada bene, di solito si tratta della religione dei genitori).

    Sono posizioni decisamente inconciliabili.

    Proprio per questo l’approccio laico, collocando la religione in un ambito esclusivamente privato, e’ l’approccio migliore per garantire il rispetto delle diverse idee nei confronti della religione. A casa loro o nel loro tempo libero i genitori cattolici potranno educare i loro figli al loro credo e appendere tutti i crocifissi che vogliono. E i genitori islamici faranno altrettanto mandando i figli alla madrassa. I genitori atei faranno leggere loro Betrand Russel o li porteranno a pescare. Ma saranno tutti garantiti che lo Stato non forzera’ in alcun modo l’insegnamento di una religione o dell’altra.

    Alla fine, Diego, le nostre posizioni non sono poi così distanti: quale miglior segno di rispetto di lasciare il muro bianco senza alcuna ingerenza religiosa. Per il cattolico dio e’ presente ovunque, senza bisogno di certificarlo con un timbro o un crocifisso. Per l’ateo non c’e’ da nessuna parte. Ognuno nel muro bianco vedra’ quello in cui crede.

  9. l’immagine del muro bianco è davvero suggestiva e a questo punto sarebbe bello chiudere con una bella birra; una rossa potrebbe riaprire la discussione, la nera idem quindi… una weizen dovrebbe andare bene, che ne dici? :-))

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