Dal Piave al Little Bighorn

Dal Piave al Little Bighorn

Premessa

Il 1800, per noi Italiani, è stato il secolo del Risorgimento, di Cavour, di Mazzini, di Ciro Menotti, Silvio Pellico, dei Savoia, di Garibaldi, di Crispi… del libro Cuore.

Nello stesso secolo, negli Stati Uniti, si combattevano le guerre  indiane, i pionieri andavano alla conquista del West, c’era la guerra messicano-statunitense, e gli schiavi venivano liberati dalla guerra di secessione...

Il 17 Marzo 1861, come sappiamo, nasceva l’Italia. Il 12 aprile 1862 (neanche un mese dopo!) negli Stati Uniti scoppiava la guerra di secessione.

Eppure i nostri avvenimenti risorgimentali, forse perchè li abbiamo studiati a scuola, mi sono sempre sembrati molto più antichi e meno attuali di quelli che nello stesso periodo avvenivano negli USA. Con la doverosa eccezione di Garibaldi, i protagonisti del nostro risorgimento non avevano nulla di avventuroso, sembravano tutti dei damerini un po’ fighetti.

Gli eroi americani, invece, erano l’essenza stessa dell’avventura, facevano sognare i ragazzini e sulle loro gesta sono stati girati film, scrtti libri, disegnati fumetti. Da noi invece, al massimo qualche sceneggiato TV, un po’ palloso per giunta.

Ho sempre immaginato che questi due mondi avrebbero dovuto essere più vicini, più collegati tra loro, ma a parte la sovrapposizione temporale del periodo, continuavano ad apparirmi sempre ben separati.

Carlo Camillo di Rudio: dal Piave al Little Bighorn

Villa Rudio

Perciò è stata veramente strana la sensazione che ho provato scoprendo che una persona nata a pochi passi dalla mia casa di Belluno è stato un avventuroso protagonista di tanti eventi importanti del 1800 su entrambe le sponde dell’oceano Atlantico. Insomma è proprio un bellunese l’anello di congiunzione tra questi due mondi, il personaggio che lega il risorgimento italiane all’epopea americana.

Quando un po’ di anni fa avevo visto la prima edizione del libro avevo commesso un madornale errore e l’avevo quasi ignorato. L’anno scorso il libro è stato ristampato e casualmente ho avuto modo di notare alcuni punti a suo favore. Innanzitutto mi sono accorto che l’editore era Alessandro Tarantola, poi ho visto che una persona in gamba come Roberto Bonzio (l’ideatore e realizzatore di Italiani di Frontiera) ne aveva curato la prefazione.  Quindi ho letto due note su Cesare Marino, l’autore, che è uno stimatissimo antropologo dello Smithsonian Institution. E allora mi sono dato da fare per procurarmelo e ho fatto bene.

Sebbene il libro non sia un romanzo, ma un saggio storico.  le avventure di Carlo Rudio sono talmente rocambolesche da sembrare frutto della fantasia. Ma, come dicevo, l’autore è uno storico, non un romanziere e pertanto, non c’è nulla di inventato: tutto è documentato in modo serio e rigoroso. Questo rende ancora più appassionante la lettura del libro, proprio perchè racconta la vita vera di un protagonista minore (ma sempre in prima persona) di grandi avventure storiche in Europa e in America.

Ecco, giusto per dare un’idea, una panoramica di quali eventi ha vissuto direttamente il nostro Rudio:

  • a 16 anni, cadetto austriaco, si trova a Milano durante le famose 5 giornate e passa dalla parte dei rivoltosi;
  • combatte per la Repubblica Romana (con Garibaldi, Bixio, Mameli)
  • partecipa a vari moti insurrezionali del Risorgimento
  • viene arrestato ed evade più volte. Un volta attraversa la Francia fingendosi prete.
  • partecipa all’attentato a Napoleone III e viene condannato a morte
  • la condanna viene commutata all’ultimo momento (gli avevano già rasato i capelli per la ghigliottina) in lavori forzati a vita, alla Cajenna
  • riesce ad evadere dalla colonia penale (altro che Papillon!)
  • ormai ricercato in tutta Europa, su consiglio di Mazzini, va negli Stati Uniti
  • comincia combattendo per i nordisti nella guerra di Secessione
  • entra nel mitico 7° Cavalleria del generale Custer
  • partecipa (e si salva) alla battaglia di Little Bighorn

Difficile immaginare una vita più avventurosa della sua e anche in vecchiaia ebbe occasione di far parlare di sè. Ricordando l’attentato a Napoleone III, infatti, disse che il lanciatore della terza bomba era stato Francesco Crispi, che in seguito divenne l’importante Presidente del consiglio dei ministri del Regno d’Italia. Questo scatenò molte polemiche e riaprì un mistero non ancora del tutto svelato.

Ho letto questo libro entusiasmandomi. Mi sono appassionato moltissimo alle vicende del conte bellunese e spero ora che qualcuno riesca a raccontare la sua vita in un film che potrebbe essere il primo western risorgimentale.

 

5 thoughts on “Dal Piave al Little Bighorn”

  1. Secondo me Sig.Giovanni il suo blog, non e’ solamente di cattivo gusto, ma e’ offensivo. Io ho segnalato a chi di dovere questo sito, poiche’ ci sono affermazioni talmente offensive che potrebbero portale alla querela.

  2. ciao, molto interessante quello che hai scritto, lo vorrei leggere anch’io, non capisco perchè il Davide voglia querelarti , ma non esiste libertà di pensiero e di opinione in italia?

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