Sallusti è un farabutto, ma d’Alema è finito. (giustamente)

Grande figura di cacca di d’Alema a Ballarò.

Ballarò, ieri sera, ospitava tra gli altri Massimo d’Alema e Alessandro Sallusti, che si sono “scontrati” e oggi il video del litigio va per la maggiore su youtube e altrove.

Siccome penso che Sallusti sia un mascalzione, ho guardato il video immaginando di dare ragione a D’Alema, almeno per una volta.
Invece no.

Incalzato da Sallusti, noto provocatore, – per intenderci, lo stesso dei calzini del giudice Mesiano, un esempio del peggior modo di fare giornalismo – l’abitualmente misurato d’Alema ha perso la testa e l’ha mandato a fare in culo, gli ha detto che non lo lasciava più parlare, lo ha insultato in tutti i modi.

http://www.youtube.com/watch?v=Cb6pAZ2lWKE

Ho finito di guardare il video che quasi quasi parteggiavo per Sallusti e con la netta sensazione che D’Alema sia un politico finito e bollito. In passato ha commesso troppi errori, e c’è sempre qualcuno che ha gioco facile rinfacciandolglieli.

Sul discorso di Affittopoli (case affittate a prezzi bassissimi canone da politici, gli unici in Italia che riuscivano ad avere contratti ad equo canone) D’Alema racconta di aver lasciato l’appartamento senza che nessuno glielo chiedesse. Beh, diciamo che non essendoci alcun reato nessun giudice poteva imporglielo, ma D’Alema ha ritenuto più opportuno farlo dopo che Striscia la Notizia l’aveva marcato stretto sull’argomento, sputtanandolo adeguatamente… (il video non si trova nè su youtube, nè sul sito di Striscia, ma molti lo ricorderanno)

 

Post Scriptum
Perché tutti chiamavano d’Alema “presidente”? Presidente di cosa, mi sono chiesto io? Di una bocciofila, di una sezione del PD, dell’assemblea di condominio? Boh…

Aggiornamento 13 agosto 2013: anche il sito all’agenzia radicale non riporta più il link alla vicenda D’Alema vs. Striscia quella del 1996….

 

3 thoughts on “Sallusti è un farabutto, ma d’Alema è finito. (giustamente)”

  1. Chi va in televisione, giornalisti e politici, soprattutto, segue un corso di provocazione ed un altro per mettere in dubbio o screditare quello che sta dicendo l’interlocutore di turno. I più bravi, in questo senso, sono Belpietro, Ghedini, Sallusti, Cota, Gasparri (l’unico che è entrato in questa mia classifica, pur essendo privo di materia cerebrale), e via latrinando. Personaggi infidi e viscidi, la cui sola vicinanza mi procurerebbe un profondo senso di disgusto. Svendutisi al padrone, recitano sempre la solita poesia, tendono ad uscire dai binari per portare la discussione in rissa, in modo tale che l’utente televisivo non capisca mai bene quello che sta succedendo in video. A domanda rispondono con un’altra domanda. A Ballarò, martedì scorso 4 maggio, Sallusti ha dato prova di poter essere accostato a quello che, durante i cortei pacifisti, s’intrufola nel gruppo, tira la molotov e poi svicola via. Un vigliacco. D’Alema, dando prova di essere quello che è sempre stato, e cioè un inciucione intollerante, un perdente ed un falso saggio, c’è cascato come un pero, facendo la figura del frolloccone. La domanda è questa: perchè chi di dovere non manda a queste trasmissioni gente che non abbia la coda di paglia sui temi trattati? Tutti gli addetti ai lavori sanno del passato di D’Alema ad equo canone (oltre ad una trentina di milioni di lire che, a suo tempo, sembrerebbe avesse intascato, extra bilancio, in epoca pre-mani pulite, a scopo di finanziare il partito: ma non si sa…). Il Massimo nazionale è ormai alla frutta da un pezzo: nella sua carriera non ne ha azzeccata una, ma è ancora lì, attaccato all’ultimo granello d’uva. Quando ci sbarazzeremo di lui (assieme a mr. B. ed a tutti i suoi degni compari), sarà sempre troppo tardi.

  2. D’Alema mi è profondamente antipatico, e per quello che ha fatto, in un paese normale, avrebbe dovuto ritirarsi definitivamente dalla vita politica.
    Magari nulla di penalmente rilevante, ma sicuramente un gesto arrogante, da membro della “casta”, un vero e proprio schiaffo in faccia per militanti ed elettori.
    Sallusti è però riuscito nella difficile impresa di farmi parteggiare per D’alema: mostrando di non avere la minima percezione della differenza tra illegalità e semplice cattivo gusto, mostrando la più assoluta assenza di libertà di pensiero, autoriducendosi al ruolo di macchina da scrivere del suo padrone, strumento di propaganda che come un virus vorrebbe trasmettere al pubblico la sua totale mancanza di capacità critica, mi ha mostrato come dovendo scegliere tra il male ed il peggio si possa anche parteggiare per il male.

  3. Sallusti è un servo putrido, una persona raccapricciante anche esteticamente, fa schifo a guardarlo in faccia e puranchesso a sentirlo parlare. Per fortuna quando morirà Berlusconi nessuno si ricorderà di lui, che sarà costretto a trovarsi un lavoro.

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