Jacinta Ardern col velo

Jacinda Ardern si presenta col velo per portare la solidarietà delle istituzioni neozelandesi

Basta con la sottomissione!

Qualche giorno fa in Nuova Zelanda a Christchurch (un nome che è tutto un programma) un commando di quattro persone ha dato l’assalto a due moschee, uccidendo una cinquantina di persone e ferendone altrettante.  Il fatto che le stragi siano state compiute in due moschee rende evidente la matrice religiosa di questo attentato, ma guai a dirlo. E infatti tutti i media parlano di “suprematisti bianchi”, magari anche diffondendo bufale come il fatto che uno degli attentatori avrebbe fatto un ipotetico gesto dei suprematisti bianchi, ma omettendo di menzionare il fatto che l’odio nei confronti delle fedi diverse da quella cristiana è un tratto distitintivo di questi pericolosi integralisti.

Ma non è di questo che volevo parlare.

Ovviamente sono arrivati attestati di solidarietà da tutto il mondo e da tutte le componenti della società. La premier neozelandese Jacinda Ardern ha tenuto un discorso alla comunità islamica per portare la solidarietà delle istituzioni alle vittime di questo attentato. Senza entrare nel merito del discorso quello che mi ha lasciato perplesso è il fatto che la signora Ardern si sia presentata con il capo velato.

Ardern non era in visita privata, ma si era recata a portare un segnale vicinanza alle vittime in qualità di Primo Ministro di uno stato laico che non ha una religione o una chiesa di stato.

Non riesco proprio a capire per quale motivo in un incontro in veste ufficiale una donna debba coprirsi il capo per dimostrare “rispetto” (io direi sottosmissione) nei confronti di una religione?  Lo stato neozelandese è laico e in uno stato laico le donne non si coprono il capo di fronte a nessuno. Questo “rispetto” non ha ragione di esistere neppure dopo eventi tragici come questo. Anzi, soprattutto dopo eventi drammatici come quello di Christchurch, che alla base hanno razzismo e fondamentalismo religioso, è necessario che lo Stato dimostri la propria terzietà e indipendenza da tutte le religioni, che dia importanti segnali di tenere al principio di laicità come  linea guida per tutelare i diritti fondamentali delle persone, incluso il diritto di praticare la propria religione o di non praticarne alcuna. E un segnale importante può arrivare anche dal rifiuto di adeguare i propri abiti alle arretrate richieste di una comunità religiosa. Non c’è tradizione che possa giustificare la sottomissione di uno stato ad una religione e tantomeno l’uso di certi indumenti che rappresentano una palese violazione dell’uguaglianza tra i sessi.


P.S. Noi in Italia questo problema di come ci si debba presentare in situazioni ufficiali forse lo sentiamo poco perché facciamo tanti predicozzi agli islamici e alla loro arretratezza, ma non abbiamo ancora mai avuto una donna come Presidente della Repubblica o Presidente del Consiglio…

 

2 thoughts on “Jacinda Ardern si presenta col velo per portare la solidarietà delle istituzioni neozelandesi”

  1. forse non si conosce veramente l’importanza del capo coperto e il rispetto per le scelte di chi è altro da noi. pensiamo ai nostri problemi, alla sottomissione della donna che evoluti come siamo specularmente operiamo

  2. Silvia, per me se una donna vuole coprirsi integralmente o non uscire mai di casa, per dedicare la sua alle faccende domesiche e alla preghiera, può farlo benissimo. Possiamo ragionare su quanto pesanti siano stati i condizionamenti che l’hanno portata a compiere quella scelta e, casomai, intervenire per neutralizzare o ridurre la portata di certi condizionamente sociali, in modo che le scelte siano veramente “libere”, con tutta la complessità sottesa a questo termine. Insomma, per me le suore di clausura possono continuare ad esistere.

    Ma la mia critica non era rivolta, in questo caso, alle donne che usano il velo ma all’uso di questo simbolo, che ha una valenza prevalentemente religiosa e sessista, durante da parte di una persona che ricopre un ruolo istituzionale in uno stato laico e che non discrimina per genere.

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