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Mi sono sbattezzato (era ora!)

Ateismo naturale

Molte delle persone che mi conoscono sanno che, pur essendo nato e cresciuto in un paese a forte maggioranza cattolica, in una zona d’Italia particolamente religiosa, sono ateo fin da quando ero adolescente. L’ho trovato un processo molto naturale: ad un certo punto, crescendo, come ho smesso di di credere a San Nicolò, alla Befana e alla fatina dei dentini, mi è sembrato altrettanto logico smettere di credere nell’esistenza di quelle entità soprannaturali definite dei.

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La Lega propone un bonus per i matrimoni, ma solo quelli religiosi

Quando amici e conoscenti vengono a sapere, magari perché glielo dico io, che sono iscritto al circolo UAAR di Modena e che sono anche abbastanza attivo, molti mi chiedono a cosa serve “progagandare l’ateismo”. E’ un’ottima occasione per spiegare che l’UAAR ha tra le sue finalità principali non tanto la diffusione dell’ateismo, ma la diffusione del concetto di laicità, questo sì promosso attivamente, e la difesa dei diritti degli atei e degli agnostici perseguendo la realizzazione del terzo articolo della costituzione che prevede pari diritti per tutti i cittadini e che lo Stato si attivi per rimuovere gli ostacoli economici e sociali che impediscono di partecipare pienamente alla vita del paese.

Ma quando si parla di laicità o di diritti compressi molto spesso le persone non hanno la piena consapevolezza di come sono limitate nei loro diritti le persone non religiose o appartenenti a minoranze.

Un bell’esempio di cosa si intende per discriminazione ce lo offre la Lega (e te pareva) con una proposta di legge per introdurre un bonus fiscale per i matrimoni di giovani coppie.

Lo scopo dichiarato è quello non soltanto di dare un aiuto a nuovi nuclei familiari che si vanno formando, ma anche di far emergere il nero che si cela dietro le cerimonie. Per essere detratte, ovviamente, le spese devono essere corredate di documenti ed avvenire per bonifico.

Tutto bene? Ovviamente no. Infatti leggendo la proposta si scopre che lo scopo è quello di “agevolare quelle giovani coppie che intendono celebrare il matrimonio religioso e che avranno la possibilità di usufruire della detrazione del 20 per cento delle spese connesse alla celebrazione del matrimonio religioso“.

Bonus solo per matrimoni religiosi

Sono escluse ovviamente anche le recenti unioni civili

 

Inoltre, per usufruire del bonus i beneficiari devono essere in possesso della cittadinanza italiana da almeno 10 anni, creando un ulteriore discrimine che mette in crisi il concetto stesso di cittadinanza, differenziando tra cittadini di prima categoria, quelli che sono italiani da un certo numero di anni,  e cittadini di seconda categoria, quelli che lo sono da poco tempo.

Il bonus ovviamente, per lo Stato è un costo. (Nota: quando parlo con le persone, ho notato che spesso detrazioni, deduzioni, incentivi, bonus non sono percepiti come costo, ma sono visti come “ricavo”). Comunque per lo Stato queste detrazioni sono un costo e come ogni costo bisogna anche dire dove vengono presi i soldi. Il che in estrema sintesi avviene prelevando dalla fiscalità generale. In pratica si danno soldi SOLO a chi contrae un matrimonio religioso, ma questo costo viene pagato da tutti anche da atei e agnostici.

Credo che sia un ottimo esempio di come la classe politica italiana sia ancora clericale e mantenga un atteggiamento supino nei confronti della religione. Un esempio eclatante, che si aggiunge a molti altri, di come quotidianamente e silenziosamente il concetto costituzionale di laicità venga violato, di come si creino discriminazioni nei confronti di atei e agnostici e di perchè c’è bisogno dell’UAAR in Italia.

Dal manifesto dell’UAAR

In un paese migliore, un’associazione come l’Uaar non dovrebbe nemmeno esistere.

Permalosi a Papozze

Il testamento di Garibaldi

Una decina di giorni fa sono stato operato ad una spalla. Alcune ore dopo l’intervento, mentre sonnecchiavo, sono comparsi alla porta un prete e una suora. Senza chiedere nulla, la suora ha annunciato: “Ecco la benedizione” e poi il prete ha cominciato a recitare sbrigativamente alcune formule magiche, ha lanciato alcune gocce d’acqua sopra le nostre teste e se n’è andato, seguito dalla solerte donna con lo chador.

Il mio vicino di stanza ha commentato: “E anche per oggi siamo a posto” e poi abbiamo tutti e due ripreso a sonnecchiare.

Ho archiviato l’episodio nella cartellina mnemonica titolata “piccoli soprusi della chiesa cattolica”, forse più divertito che seccato, stupito della mia tolleranza, probabilmente dovuta alla stanchezza dell’operazione.

L’altro giorno è arrivato a  casa l’ultimo numero de “L’Ateo”, la rivista dell’UAAR  con un interessante articolo di Mario Isnenghi (fino a pochi mesi fa docente di storia contemporanea a Venezia) che parla di un Garibaldi meno noto, un Garibaldi romanziere che scrisse ben quattro romanzi nell’ultimo periodo della sua vita. Brutti, dice Isnenghi, ma rivelatori di molti aspetti del Risorgimento, oltre che del pensiero di Garibadi stesso.

Giuseppe Garibaldi nel 1861

Nella stessa pagina, un riquadro riprende il Testamento di Giuseppe Garibaldi.

Mi è piaciuto moltissimo e mi sembra molto attuale anche in relazione al dibattito sul testamento biologico, uno degli argomenti su cui l’UAAR sta raccogliendo un grande consenso.

Ecco quindi il Testamento di Garibaldi

Siccome negli ultimi momenti della creatura umana il prete, profittando dello stato spossato in cui si trova il moribondo e della confusione che sovente vi succede, s’inoltra e, mettendo in opera ogni turpe stratagemma propaga, con l’impostura in cui è maestro, che il defunto compì, pentendosi delle sue credenze, ai doveri di cattolico; in conseguenza io dichiaro che, trovandomi in piena ragione, oggi non voglio accettare in nessun tempo il ministero odioso, disprezzevole e scellerato di un prete, che considero atroce nemico del genere umano e dell’Italia in particolare. E che solo in stato di pazzia o di ben crassa ignoranza, io credo possa un individuo raccomandarsi a un discendente di Torquemada

Beh, mi ha rallegrato scoprire che condividevo con il celebre condottiero il fastidio per questi soprusi perpetrati dai religiosi che si approfittano della debilitazione del prossimo.

Finalmente! Crocifisso fuori dalle aule di scuola. Video dal TG3

Ieri è stata una bella giornata. La corte europea per i diritti dell’uomo ha accolto il ricorso di due coniugi di Padova contro lo stato italiano. I due genitori chiedevano la rimozione del crocifisso dall’aula dell’istituto frequentato dal figlio. Per ottenere una cosa così semplice (basta una sedia per sganciarlo) hanno dovuto arrivare fino alla Corte Europea per i Diritti dell’uomo!

Ecco un video del TG3 che raccoglie le opinioni dell’UAAR sulla sentenza.