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Notizie farlocche crescono

Qualche giorno fa ho avuto uno scambio di post/commenti su Facebook in merito alla notizia della bambina yemenita di 8 anni che sarebbe morta dissanguata dopo la prima notte di nozze con un quarantenne.

A usta mi sembrava una notizia poco credibile e così ho seguito a ritroso il percorso di diffusione (uno dei possibili percorsi) e ho concluso che la notizia era molto probabilmente falsa (magari in un altro articolo spiego il percorso che ho seguito per arrivare a questa conclusione, ma non ho tracciato bene il tutto). Oh, non fraintendetemi: il problema delle spose bambine è reale, ma non capisco la necessità di inventare e diffondere notizie con fonti così poco attendibili.

Comunque oggi mi sono imbattuto in un altra catena di articoli collegati ad una notizia farlocca che, sono certo, si sta già diffondendo sui social network come una pestilenza.

L’articolo riguarda le “indicibili torture praticate dai terroristi in Kenya”.

Anche una catena di notizie dev'essere agganciata ad un punto ben saldo....
Anche una catena di notizie dev’essere agganciata ad un punto ben saldo….
  1. Tutto ha avuto origine da un post su Facebook. Il post è stato pubblicato sulla pagina FB dell‘UAAR (Unione Atei e Agnostici Razionalisti). Un ottimo posto per trovare diffusori in quanto, ovviamente, è frequentato da persone che con la religione non vanno molto d’accordo. (Nota: qualche giorno fa, tra l’altro, anche l’UAAR aveva ripreso senza troppe verifiche la vicenda della sposa bambina morta…)
  2. Il primo sito della catena, quello citato dal post, è “ImolaOggi” che già conosco come sito che diffonde odio verso gli stranieri
  3. L’articolo di ImolaOggi non fa altro che riprendere  un articolo di RightsReporter.org (ci mette anche un link in fondo all’articolo). E’ un articolo in italiano, collegato a sua volta con un articolo di RightsMonitoring.org (in inglese) e se uno non ci guarda a fondo, vien da pensare che sia la traduzione di quello in inglese.
  4. Il sito RightsMonitoring.org. (RightsMonitoring.org è citato e linkato anche da Imola oggi). Qui non ho trovato altri link. Quest”ultimo articolo della sequenza è in inglese, tuttavia non parla di islamici e a prima vista sembra “attendibile”

Dopo aver seguito la catena di link, ho cercato con who.is informazioni su rightsreporter.orgDal whois, non si ottiene molto, perciò ho cercato qualche informazione sul sito. Ma anche il “chi siamo” non dice nulla.  Mah, chissà chi c’è dietro questo sito…

Quindi ho cercato qualche info sul sito, quello in inglese, RightsMonitor.org e, sulla pagina about us, ecco cosa c’è scritto:

Rights Monitoring is a comprehensive system of monitoring human rights. The project was implemented by the Rights Reporter, Italian organization for the Defence of Human Rights, in collaboration with other activists and newspapers around the world.  The articles are written by activists or come from different sources or newspaper. If you want to know more contact us

Insomma il sito in inglese, quello che sembra la fonte, invece è collegato al sito italiano; sembra che lo scopo del sito inglese sia quello consentire al sito italiano di avere una “pseudo fonte” apparentemente credibile.

Come fanno a non venire dei dubbi sull’attendibilità di certe notizie? A me vien da pensare che addirittura ci possa essere un disegno preciso, per diffondere odio razziale e  religioso.