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Sebastiano Vassalli è morto e mi dispiace

Poco fa alla radio (che ascolto solo quando sono in auto) hanno detto che è morto Sebastiano Vassalli. Mi dispiace davvero.

Dal 1993 quando un cliente mi aveva consigliato “La Chimera” e me l’aveva fatto scoprire, per almeno una quindicina d’anni, Vassalli è stato costantemente presente nelle mie letture, Sono tutt’ora convinto la Chimera che sia uno dei più bei libri che io abbia mai letto. Bellissimo anche Marco e Mattio, ma questo giudizio è viziato dal fatto che è ambientato dalle mie parti.

Sebastiano Vassalli ritratto da Giuliano Della Casa
Sebastiano Vassalli ritratto da Giuliano Della Casa

Per un po’ di anni, dicevo, ho acquistato tutti suoi libri appena usciti e non vedevo l’ora che ne venisse pubblicato un altro. Nell’attesa leggevo quelli che un amico scrittore mi prestava, un po’ più vecchiotti e introvabili.

(Questo mio amico l’aveva anche conosciuto Sebastiano Vassalli e mi raccontava che se lo andavi a trovare non potevi usare il bagno, perché Vassalli per un po’ di tempo aveva tenuto dei pesci, forse delle carpe, nella vasca e i pesci dovevano stare al buio)

Gli ultimi, libri non li ho letti. Li notavo sempre quando uscivano, li prendevo in mano, dicevo tra me e me, questo è un libro da comprare, ma poi, chissà perché, non concludevo l’acquisto. Forse colpa di qualche libro di racconti che non mi aveva convinto. Mah…

Era bravissimo scovare nel presente il passato scomparso, un passato di cui a volte rimane appena qualche indizio che solo lui riusciva a vedere e da cui far partire una ricerca accurata. Usanze che non si usano più, fatti veri diventati leggendari e indistinguibili dalla realtà storica, mestieri scomparsi, briganti, poeti… Partendo da un nome curioso guidava il lettore alla scoperta di un passato di cui si riusciva ad avvertire, ma stando molto attenti, solo una lontanissimo eco.

Riporto un brano da “La notte della cometa”, evidenziato da Paolo Nori nel suo Blog che forse chiarisce meglio.

A Modena e in altre parti d’Italia, all’inizio del secolo, il vino si vendeva e si beveva «a ore», in una sorta di epico confronto tra bevitore e oste che configurava un modello economico purtroppo abortito: oltre il liberismo, oltre il socialismo, la terza via dell’economia mondiale. Il bevitore entrava all’osteria, pagava «l’ora» in anticipo poi beveva per un’ora tutto il vino che gli entrava in corpo. Generalmente crollava (appena fuori le mura, a Modena, c’era un locale denominato «Sedia elettrica» per via dei molti che, seduti, non riuscivano più a rialzarsi da soli): ma capitava pure che fallissero gli osti.

Lo scorso maggio Sebastiano Vassalli è stato incluso nella rosa dei candidati al Nobel per la Letteratura 2015.