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E’ morto Michele De Boni

Era il 1986. Lavoravo solo da un anno, quando ho conosciuto Michele de Boni. Un giovane gastroenterologo che aveva quest’idea: voleva ridurre i tempi di consegna dei referti degli esami di endoscopia digestiva. Voleva consegnarli subito pochi minuti dopo aver terminato l’esame invece di costringere le persone a tornare una seconda volta, solo per ritirare l’esito.

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Sebastiano Vassalli è morto e mi dispiace

Poco fa alla radio (che ascolto solo quando sono in auto) hanno detto che è morto Sebastiano Vassalli. Mi dispiace davvero.

Dal 1993 quando un cliente mi aveva consigliato “La Chimera” e me l’aveva fatto scoprire, per almeno una quindicina d’anni, Vassalli è stato costantemente presente nelle mie letture, Sono tutt’ora convinto la Chimera che sia uno dei più bei libri che io abbia mai letto. Bellissimo anche Marco e Mattio, ma questo giudizio è viziato dal fatto che è ambientato dalle mie parti.

Sebastiano Vassalli ritratto da Giuliano Della Casa
Sebastiano Vassalli ritratto da Giuliano Della Casa

Per un po’ di anni, dicevo, ho acquistato tutti suoi libri appena usciti e non vedevo l’ora che ne venisse pubblicato un altro. Nell’attesa leggevo quelli che un amico scrittore mi prestava, un po’ più vecchiotti e introvabili.

(Questo mio amico l’aveva anche conosciuto Sebastiano Vassalli e mi raccontava che se lo andavi a trovare non potevi usare il bagno, perché Vassalli per un po’ di tempo aveva tenuto dei pesci, forse delle carpe, nella vasca e i pesci dovevano stare al buio)

Gli ultimi, libri non li ho letti. Li notavo sempre quando uscivano, li prendevo in mano, dicevo tra me e me, questo è un libro da comprare, ma poi, chissà perché, non concludevo l’acquisto. Forse colpa di qualche libro di racconti che non mi aveva convinto. Mah…

Era bravissimo scovare nel presente il passato scomparso, un passato di cui a volte rimane appena qualche indizio che solo lui riusciva a vedere e da cui far partire una ricerca accurata. Usanze che non si usano più, fatti veri diventati leggendari e indistinguibili dalla realtà storica, mestieri scomparsi, briganti, poeti… Partendo da un nome curioso guidava il lettore alla scoperta di un passato di cui si riusciva ad avvertire, ma stando molto attenti, solo una lontanissimo eco.

Riporto un brano da “La notte della cometa”, evidenziato da Paolo Nori nel suo Blog che forse chiarisce meglio.

A Modena e in altre parti d’Italia, all’inizio del secolo, il vino si vendeva e si beveva «a ore», in una sorta di epico confronto tra bevitore e oste che configurava un modello economico purtroppo abortito: oltre il liberismo, oltre il socialismo, la terza via dell’economia mondiale. Il bevitore entrava all’osteria, pagava «l’ora» in anticipo poi beveva per un’ora tutto il vino che gli entrava in corpo. Generalmente crollava (appena fuori le mura, a Modena, c’era un locale denominato «Sedia elettrica» per via dei molti che, seduti, non riuscivano più a rialzarsi da soli): ma capitava pure che fallissero gli osti.

Lo scorso maggio Sebastiano Vassalli è stato incluso nella rosa dei candidati al Nobel per la Letteratura 2015.

Un igloo a Belluno dopo la nevicata del 1985

Igloo Belluno Nevicata 1985
Igloo Belluno Nevicata 1985

Sono passati 30 anni dalla grande nevicata del 1985, da molti definita la nevicata del secolo (quello scorso, ovviamente). Fatto sta che il gennaio del 1985 è stato particolarmente rigido, con precipitazioni culminate in una straordinaria nevicata su tutto il nord Italia.

Anche Belluno ovviamente è stata sommersa dalla neve e in quei giorni mi è venuta l’idea di costruire un igloo nel cortile di casa.

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Toponomastica Bellunese e luoghi della fantasia

Marco Pauletti in Barnabo delle montagne (1994)

Ieri mattina, passando per Castion (Belluno), ho notato alcune vie che hanno il nome tratto da romanzi o racconti di Dino Buzzati. Non lo sapevo, ma … pensate che sensazioni…

Rispondere “In via Barnabo delle Montagne” (magari pronunciato con voce cavernosa), a chi ti chiede dove abiti, non dà l’idea di vivere in un luogo sperduto della fantasia?

Scrivere su una busta un indirizzo in “Via del Bosco Vecchio“, non dà l’idea che la lettera attraverserà la segreta barriera che separa il mondo reale da quello immaginario?

Allontanarsi da casa seguendo “Via dei Sette Messaggeri“, non lascerà la sensazione di  intraprendere ogni volta un viaggio lunghissimo e con poche possibilità ritorno?

Toponomastica di Dino Buzzati