La censura all’epoca dei 5 stelle e della Lega

Qualche giorno fa Beatrice N., video editor e motion grapher, ha fatto un post su Facebook nel quale raccontava un episodio di censura.

Dopo aver diffuso il post, che è diventato presto virale, gli haters si sono scatenati e perciò Beatrice ha deciso di eliminare il post. Ma, come racconta la stessa Beatrice «Il messaggio però è arrivato a molti e ne sono felice. Ora Paula Rego ha anche la sua pagina sul Wikipedia italiano che prima non esisteva. […] In questo momento credo sia importante che ognuno faccia quello che può per dimostrare che esiste ancora un’Italia migliore e l’appoggio di tutte le persone che hanno condiviso il mio post dimostra che non siamo pochi.»

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Il reato di clandestinità compie 10 anni

10 anni fa, l’8 agosto 2009, veniva introdotto in Italia il reato di clandestinità, un reato che fino a quel giorno non esisteva nel nostro ordinamento.

Anche allora si erano moltiplicati appelli di intellettuali o di giuristi per cercare di fermare l’approvazione, ma le forze di destra facendo leva sul concetto di sicurezza avevano alla fine approvato l’introduzione di questo reato odioso.

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Parlateci di Bibbiano. Perchè?

Com’è noto gli strateghi della comunicazione della Lega e di Salvini monitorizzano il “sentiment” nei confronti del partito e del loro leader.  Sono anche in grado di orientare la comunicazione, nei social network e nei giornali o nelle TV che controllano, su temi che possano sviare l’attenzione da argomenti non graditi. Meglio ancora se allo stesso tempo i temi distraenti riescono anche a denigrare l’avversario politico. Il caso di Bibbiano è un caso emblematico.

Usando Google Trends – è una cosa semplice alla portata di tutti – potete fare un’analisi delle ricerche effettuate negli ultimi 15 giorni e leggere questo racconto per parole chiave. Continue reading Parlateci di Bibbiano. Perchè?

Omaggio a Luciano de Crescenzo: la Cravatta

Ho sempre odiato la cravatta, come ho sempre mal tollerato le divise, i vestiti d’obbligo per certe situazioni. Non portavo neanche la divisa scout. Giusto il fazzolettone. Ok. Capisco gli abiti di sicurezza, fondamentali, o le divise nello sport che aiutano a distinguere i giocatori di una squadra dall’altra. Crescendo mi sono un po’ smussato e ogni tanto porto la giacca, ma la cravatta no, niente da fare, mi da un fastidio viscerale, mi sento soffocare e non l’ho mai portata.

Qualche minuto fa ho letto della morte di Luciano De Crescenzo. A me era estremamente simpatico. Secondo me è uno che si è goduto la vita. Mi viene spontaneo ricordarlo con queso brano tratto dal suo libro “Zio Cardellino”.

La cravatta

«Non ho ancora finito: togliti la cravatta.»

«La cravatta?»

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