Category Archives: Film e Video

Atti osceni in luogo pubblico (autogrill)

Sabato, con il Modena Touch siamo stati a Milano per giocare la prima giornata del Torneo Regionale di Touch 2011

Abbiamo fatto una sosta in autogrill, per un meritato caffè e mentre ci dirigevamo verso l’uscita la nostra attenzione è stata richiamata da movimento tra i pupazzi esposti.

Abbiamo guardato meglio e abbiamo visto due pelouche (un agnello e un coniglio di Pasqua) che incuranti della gente che passava, si esibivano in atti osceni in luogo pubblico.

La grande strada azzurra

Mario Girotti (alias Terence Hill)

Ieri sera mi sono guardato “La grande strada azzurra”, un film del 1957 di Gillo Pontecorvo. Racconta la storia di un pescatore (Squarciò, Yves Montand) che usa un metodo di pesca poco ortodosso: l’esplosivo. Era lì da tanto tempo e avevo letto qualche riassunto senza capire neppure l’ambientazione. In alcuni siti c’è scritto che Squarciò è un pescatore siciliano, in altri sardo, in altri ancora greco. Invece è dalmata. I paesaggi sono stupendi e sono quelli della costa Dalmata (Canale dela Malacca principalmente).

Il pescatore ha ottimi rapporti con gli altri pescatori che lavorano usando metodi legali e, tutto sommato, buoni rapporti anche con i tutori dell’ordine. Tutto viene messo in crisi da due episodi: l’arrivo di un nuovo finanziere dotato di barca piuttosto potente, e in grado di beccarlo in flagrante, e un paio di incidenti con l’esplosivo che accadono al fidanzato della figlia (a sua volta costretto a maneggiare gli esplosivi per la chiusura della cava in cui lavorava) e ad un vecchio “bombarolo” incapace di adattarsi ad altri metodi di pesca.

C’è un po’ di tutto, rapporti familiari (fantastico il rapporto di Squarciò con i figli, due maschi e una femmina), con gli altri pescatori, con il proprietario del frigorifero, con i finanzieri…. uno spaccato sociale reso molto bene. L’individualismo e contemporaneamente la generosita’ di Squarciò. Generosità che viene messa in crisi, non appena subentrano le difficoltà economiche.

Insomma un bel film con splendidi attori. Oltre a Yves Montand, nel ruolo del protagonista, c’è Alida Valli, i due figli piccoli di Squarciò, teneri e struggenti, e – ad un certo punto – nelle vesti di uno spasimante della figlia di Squarciò vedo spuntare Mario Girotti. Con questo nome non è molto conosciuto, mentre tutti ricordano il suo nome d’arte Terence Hill

Parigi: ovazione per Invictus di Clint Eastwood

Guarda il trailer di Invictus

Una scena di Invctus
Una scena di Invictus

PARIGI – Mai in una sala cinematografica avevo visto tutti gli spettatori, ma proprio tutti – 215 – alzarsi in piedi e applaudire un film in modo così caldo e convinto. È successo ieri a Parigi in un cinema del boulevard Saint Germain alla fine di “Invictus” che racconta e celebra la vittoria del Sudafrica nella coppa del mondo di rugby del 1995.

Leggi l’intero su Repubblica l’articolo di Francesco Merlo: Parigi, tutti in piedi per il film anti-apartheid Ovazione per Clint Eastwood e Morgan Freeman.

Invictus: l’ultimo film di Clint Eastwood é sul rugby

Perché dobbiamo aspettare fino a febbraio???

dal Trailer di Invictus
dal Trailer di Invictus

Clint Eastwood ha fatto un nuovo film e, udite udite, parla di rugby! E’ la storia della decisione di Nelson Mandela di affidare al rugby (lo sport più razzista del Sudafrica) il compito di creare un’unità nazionale interrazziale. Un film che ha come protagonisti Morgan Freeman (Nelson Mandel) e Matt Damon (Francois Pienaar), con la regia di Clint Eastwood che migliora ad ogni film, man mano che invecchia.

Che si può desiderare di più? Niente, solo che in italia Invictus uscira in febbraio!

Quali insensate politiche commerciali avranno determinato l’uscita di Invictus nelle sale italiane per febbraio? Qualcuno dice per la vicinanza della notte degli oscar, qualcun altro dice che è per non far cannibalizzare il film dai cinepanettoni di Natale. E se fosse per uscire in concomitanza con il torneo delle Sei Nazioni, la massima espressione del rugby continentale?

Ma, forse non sapremo mai la vera ragione, ma mentre il resto del mondo si sta già godendo l’intero film, noi dobbiamo accontentarci del trailer di Invictus in Italiano.

Brachino e Sallusti. Due Natural Born Killers.

Ovvero, perchè Natural Born Killers di Oliver Stone spiega l’efficacia dell’attacco di Canale 5 contro il giudice Raimondo Mesiano.

Juliette Lewis
Juliette Lewis

Qualche giorno fa durante Mattino 5 (una trasmissione di Canale 5) è stato mandato in onda un servizio per denigrare il giudice Mesiano, quello che ha condannato Fininvest ad un risarcimento nei confronti della CIR, cercando di delegittimare così la sentenza. Durante il servizio Alessandro Sallusti intervistato da Claudio Brachino, lo dice chiaramente.

Mesiano è stato seguito dalle telecamere a sua insaputa e il servizio è imperniato sulla descrizione di quanto è stato ripreso di nascosto. La tesi è questa: se il giudice è strano, sono strane anche le sue sentenze e perciò la sentenza Fininveste dev’essere annullata – “Lo dice il buon senso”, chiosa Sallusti. Perciò ogni dettaglio del servizio – lo stile usato, il tono e i commenti della voce narrante, l’ironia delle osservazioni, gli interventi degli ospiti in studio – è coerente con la descrizione di un personaggio inaffidabile e stravagante.

Tutto tranne il contenuto reale. Infatti, quanto si può oggetivamente osservare non ha NULLA di disdicevole. Tutto è assolutamente normale: una passeggiata, un’attesa del turno, un vestito casual, il taglio dal barbiere, una sigaretta… Episodi assolutamente insignificanti della vita di Mesiano, ma raccontati come se Mesiano avesse tenuto un comportamento stravagante.

Questa tecnica di racconto – se non si guarda il servizio con attenzione e con un po’ di spirito critico – lascia nello spettatore la “sensazione” che Mesiano sia effettivamente un po’ strano. La tecnica del racconto riesce a prevalere sull’effettivo contenuto. soprattutto negli spettatori distratti o comunque non abituati a riconoscere al volo questi i meccanismi mediatici.

A me è tornato in mente il capolavoro di Oliver Stone Natural Born Killers, un film visionario e geniale del1994, di una violenza estrema, che contiene una tremenda critica ai media e alla loro capacità di generare violenza. (Putroppo il film uscì quasi in contemporanea del capolavoro di Tarantino Pulp Fiction, di più facile fruizione, e perciò non ebbe il successo che secondo me meritava).

Oliver Stone racconta la fuga disseminata di omicidi per futili ragioni di Mallory e Mickey, due ragazzi con la vocazione di assassini (da qui il titolo). Seguono il viaggio degli spietati fidanzati la polizia e, soprattutto, un giornalista che racconta la loro vita esaltandoli e traformandoli in vere e proprie star, in “famosi” diremmo oggi…  Non vi racconto come va a finire, ma vi consiglio di guardare il film.

Una serie di flashback racconta le origini e i perché di tanta violenza. Particolarmente significativo è il racconto su Mallory (la ragazza) in cui si motivano le ragioni della sua aggressività individuandole nella sua adolescenza in famiglia di disadattati.

I-love-mallory
I love Mallory

Stone, per raccontare questa adolescenza difficile, usa lo stile della sitcom. Qui sta la trovata geniale di Oliver stone e in questo sta anche la dimostrazione della superiorità del format rispetto al contenuto.

Mentre lo spettatore guarda la sitcom “I love Mallory“, non può fare a meno di ridere. Sì, le battute sono grevi (il rutto del fratello, per esempio, o le esagerazioni con cui il padre descrive il modo di vestirsi di Mallory), ma i tempi, le pause, le facce ammicanti degli attori, gli applausi e le risate di sottofondo fanno spesso partire una risata involontaria.

Ecco il filmato, vi invito a guardarlo.

I love Mallory

Avete guardato? Bene.

E adesso seguitemi, anche se sicuramente ci sarete arrivati anche voi.

C’è bisogno di un vero e proprio sforzo intellettuale per distaccarsi dal meccanismo mediatico e per rendersi conto Stone non ci sta raccontando qualcosa di buffo, ma la tragedia di una ragazza violentata dal padre, con una madre debole e incapace di reagire e di difenderla. C’è bisogno di uno sforzo per NON ridere, per comprendere la tragedia.

I love Mallory è una splendida dimostrazione della superiorità del mezzo rispetto al contenuto.

E questo spezzone, secondo me, è anche un’ottima dimostrazione pratica dell’inaudita gravità dell’operazione di linciaggio organizzata da Canale 5 per sputtanare il giudice Mesiano.