Le 10 condizioni di Hamas

gazaIeri, Internazionale ha proposto online un articolo di Gideon Levy dal titolo “Fragole o Sangue?” in cui si commentano le  dieci condizioni di Hamas, pubblicate la scorsa settimana, per un cessate il fuoco che sarebbe durato dieci anni. Levy invita a leggere le condizioni e aggiunge – il succo dell’articolo è questo – “tra di esse non ce n’era neanche una che fosse priva di fondamento”.

E a questo punto è successa una cosa strana. Volevo leggere le 10 condizioni, il giornalista invitava a farlo, e nell’articolo non riuscivo a trovarle. Ho cominciato a cercare in Rete. Le ho trovate in Inglese e in Ebraico… Finché, ad un certo punto le ho viste. Erano proprio lì, nell’articolo da cui ero partito, dopo i due punti. Eppure non le vedevo e ho avuto una dimostrazione pratica di quanto affermato da Jakob Nielsen nel lontano 1997: “How users read on the Web? They don’t”. Cioè quando si legge un testo a video non si legge sequenzialmente, ma saltando qua e là. Elenchi, spaziature tra i paragrafi, grassetti, riquadri sono accorgimenti utili proprio ad interrompere la scansione dell’occhio che procede a balzelli, richiamando l’attenzione del lettore sui punti più importanti. Nell’articolo di Internazionale, invece, erano riportate linearmente, interrotte da semplici punti e virgola.

Personalmente apprezzo molto gli elenchi puntati o numerati. E allora ve le ripropongo qui in questa forma. 

Le 10 condizioni di Hamas

  1. ritiro dell’esercito israeliano e autorizzazione dei coltivatori a lavorare le loro terre fino al muro di sicurezza;
  2. scarcerazione di tutti i prigionieri rilasciati in cambio della liberazione di Gilad Shalit e poi arrestati;
  3. fine dell’assedio e apertura dei valichi;
  4. apertura di un porto e di un aeroporto sotto gestione Onu;
  5. ampliamento della zona di pesca;
  6. supervisione internazionale del valico di Rafah;
  7. impegno da parte di Israele a mantenere un cessate il fuoco decennale e chiusura dello spazio aereo di Gaza ai velivoli israeliani;
  8. concessione ai residenti di Gaza di permessi per visitare Gerusalemme e pregare nella moschea Al Aqsa;
  9. impegno da parte di Israele a non interferire con le decisioni politiche interne dei palestinesi, vedi la creazione di un governo di unità nazionale;
  10. apertura della zona industriale di Gaza.

E visto che ci sono ve le ripropongo anche in inglese, come le ho trovate sul sito MondoWeiss (Inglese) che a sua volta le riprende da  Ma’ariv (Ebraico):

  • Withdrawal of Israeli tanks from the Gaza border.
  • Freeing all the prisoners that were arrested after the killing of the three youths.
  • Lifting the siege and opening the border crossings to commerce and people.
  • Establishing an international seaport and airport which would be under U.N. supervision.
  • Increasing the permitted fishing zone to 10 kilometers.
  • Internationalizing the Rafah Crossing and placing it under the supervision of the U.N. and some Arab nations.
  • International forces on the borders.
  • Easing conditions for permits to pray at the Al Aqsa Mosque.
  • Prohibition on Israeli interference in the reconciliation agreement.
  • Reestablishing an industrial zone and improvements in further economic development in the Gaza Strip.

 

 

Leave a Reply

Your email address will not be published.